Ma chi è nato? Il nuovo Messia, il Re degli Uomini di buona volontà, il nuovo Profeta della lieta novella? Macchè, è solo nato un nuovo partito che si chiamerà "democratico" - sai la novità!- e che, udite udite, segna una svolta nella storia del nostro Paese: è il frutto di un amore, consumato quatto, quatto, all'ombra di fresche frasche, quelle della Quercia e dei petali della Margherita. E mica è la prima volta che qualcosa nasce all'ombra delle frasche...di solito è li che si consumano gli amori proibiti, da cui, di solito, nascono figli destinati ad essere respinti o, peggio, a respingere. Dicono essere una novità che due partiti invece di dividersi, qualche volta pur essendo solo briciola di pane, si uniscono. MICA VERO. Già nel passato altre si sono divisi e poi uniti e poi ancora disuniti. Proprio a sinistra è accaduto. A Palazzo Barberini, nel 1947, il socialfascista SARAGAT dovette andarsene dal PSI del Premio Stalin Pietro NENNI perchè considerato anche socialtraditore per essersi alleato con De Gasperi a favore del Patto Atlantico. Una ventina di anni più tardi i due tronconi socialisti si "unificarono" - infatti si chiamarono Partito Socialista Unificato - non senza che si fosse consumata un'altra scissione a sinistra con il PSIUP di Tullio Vecchietti e Lelio Basso (chi li ricorda più questi nomi che pure ebbero rilevo nella storia recente del nostro Paese) - e tornarono a dividersi pochi anni più tardi - o pochi mesi dopo - perchè è difficile mettere insieme il diavolo e l'acqua santa. Anche ora, del resto, prima di unirsi si sono dovuti dividere. Se ne è andato Mussi, colonna storica del PCI prima, del PDS poi, dei DS sino a ieri. Ha detto il ministro Parisi intervistato dalla insolitamente giuliva Lucia Annunciata che l'addio di Mussi è la prova che il nuovo partito è una cosa seria. Semmai, è il contrario. Nasce sia attraverso l'incontro di due culture che più distanti non potrebbero essere, quella cattolica, per quel poco che ne è rimasto nella Margherita, e quella comunista, per quel tanto che ancora presiede il partito del glaciale D'Alema, l'unico a non commuoversi nemmeno per finta, come hanno fatto quelli dalla lacrima facile da Fassino a Veltroni, ben sapendo che l'operazione non è per la storia ma per la pancia, ma, sopratutto, nasce all'insegna delle riserve non dette ma incombenti sugli strumenti e sui percorsi che dovranno segnare la nascita reale di un partito unico, unico nelle strutture, nei quadri, nei dirigenti (a Bari i due tronconi della Margherita regionale si stanno dando battaglia nelle aule dei tribunali....).
Solo quando si passerà dalle parole dei palcoscenici ai fatti del dietro le quinte si potrà misurare quanto nuovo sia questo "nuovo" partito o quanto esso sia già nato vecchio. Ci sembra che per il momento possa adattarsi quel che Rossini ebbe a dire a un giovane compositore che gli chiedeva un parere su un sua lavoro teatrale: c'è del bello e del nuovo, rispose Rossini, ma il bello non è nuovo e il nuovo non è bello.