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 EULANA: I MISTERI DELL'AUTOPSIA Data: 13/02/2009
Appertiene alla sezione: [ Storia e cronaca ]
di Irene Giurovich

Udine - Tanti interrogativi ancora aperti incombono sulla fine di Eluana. Uno su tutti riguarda il suo cervello. Molti davano per certa l’atrofizzazione, eppure, stando alla relazione dei periti, il cervello risulta di peso normale, dunque non atrofico. Questo non significa automaticamente, come ci hanno spiegato alcuni medici, che «il cervello di peso normale sia intatto nelle sue funzioni». Ma è qui che si spalancano le porte su angoscianti dubbi. Ai periti nominati dalla Procura di Udine, che hanno eseguito l’autopsia, non sono ancora arrivati da Lecco gli esami che dovrebbero attestare il grado di funzionalità del cervello. Si tratta di verifiche che potevano essere compiute soltanto quando Eluana era ancora viva. I periti, per completare il loro lavoro, devono analizzare anche la documentazione clinica pregressa che, però, stanno ancora attendendo. Non è certo, per ora, se sulla donna in stato vegetativo siano stati eseguiti studi per accertare la funzionalità cerebrale con risonanza magnetica funzionale o con «potenziali evocativi cognitivi», attraverso cui si analizzano risposte alle elaborazioni delle informazioni.
L’enigma sulla condizione del cervello resta da sciogliere. Come restano da chiarire altri quesiti: era o no presente nella stanza della Quiete un aspiratore della saliva? Perché si è parlato di insufficienza renale acuta? «Si tratta di una diagnosi - spiega il neurologo dell’Università di Udine, Gian Luigi Gigli - che può essere fatta soltanto sulla base di specifici esami ematochimici». Sono stati fatti questi esami? Ci si chiede poi com’era spiegabile il fenomeno della secrezione salivare visto che Eluana non era più idratata da oltre 70 ore. Resta da capire anche come mai girassero versioni discordanti sull’ora della morte (prima dell’autopsia), dal momento che l’assistenza a Eluana doveva essere garantita, da protocollo, 24 su 24.
Tutta da scrivere pure la vicenda che coinvolge l’anestesista che ha guidato l’équipe, Amato De Monte convocato dal presidente dell’Ordine dei Medici, Luigi Conte che l’ha interrogato per oltre tre ore nell’ambito dell’indagine avviata. Conte non esclude di riconvocare il medico che ha attuato il protocollo di sospensione di alimentazione e idratazione, di fatto l’unico medico dell’équipe, come si è saputo ufficialmente ieri, a conclusione dell’audizione. «C’era soltanto lui come medico, gli altri erano tutti infermieri», afferma Conte. Alle 19.30 circa, un De Monte schivo, scuro nell’espressione e visibilmente in imbarazzo, è scappato via sulla macchina della Digos. Senza parlare.

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