"È la nuova strategia energetica. I tempi saranno quelli dell’approvazione del disegno di legge che ha gia’ approvato la Camera e che e’ in discussione al Senato in questi giorni. Mi auguro che entro meta’ aprile il provvedimento diventi legge,in quel provvedimento ci sono tutte le procedure del rientro dell’Italia nel nucleare. Fondamentale nell’incontro di ieri e’ l’aver creato una solida alleanza tra Italia e Francia". Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che è intervenuto a ’Panorama del giorno’ su Canale 5 parlando dell’intesa ieri tra Italia-Francia sul nucleare. Vuol dire che utilizzeremo le tecnologie messe a punto dalla Francia che e’ la nazione con il maggior numero di centrali nucleari?
"Si’ non solo, a differenza di altri Paesi a cui la Francia offre collaborazioni e esporta impianti, il nostro accordo - ha spiegato Scajola - prevede invece una piu’ forte collaborazione , abbiamo ancora delle professionalita’ del nostro Paese, alcune nostre importanti societa’ costruiscono centrali nucleari in Slovenia, centrali nucleari in Francia come Enel, noi mettiamo insieme nostre imprese forti come Ansaldo nucleare fa le turbine, quindi e’ un’alleanza piu’ grossa. Vogliamo fare un’alleanza paritetica con la Francia dove con la nuova tecnologia loro, l’Epr, insieme alla nostra realta’ industriale costruiremo centrali in Italia ma anche in Paesi terzi insieme la Francia".
Sui tempi di una prima centrale nucleare in Italia il ministro precisa che per costruirla "con tutti i permessi ci vogliono cinque anni, per avere tutte le autorizzazioni necessarie di sicurezza, di verifica, di progettazione sono necessari tre, quattro anni. L’obiettivo nostro, con il provvedimento che abbiamo portato avanti alla Camera dichiarandolo subito dopo la costituzione del governo Berlusconi, e’ di arrivare entro la fine della legislatura a posare la prima pietra di un gruppo di centrali nucleari. Il che vuol dire che da quel momento 2013 abbiamo cinque anni. In buona sostanza siccome nel 2020 dobbiamo rientrare in parametri ecologici previsti dall’Unione europea nella nostra strategia energetica rientrera’ per quella data un contributo fondamentale del nucleare.
La strategia prevede finalmente una diversificazione, oggi ce ne siamo accorti con la crisi tra Russia e Ucraina possiamo correre il rischio che chiudendo il rubinetto questo Paese muore, perche’ senza energia si muore. Noi non possiamo dipendere solo dal gas e non possiamo dipendere solo dal gas di Russia e di Algeria, paesi oltretutto in tanti momenti della storia a rischio. Noi faremo un mix energie alternativi significa le rinnovabili, significa l’eolico, il solare, le biomasse al 25 per cento, l’altro 25 per cento non inquinante il nucleare perche’ non emette nulla nell’atmosfera e quindi e’ ecologicamente importante, e l’altro 50 per cento per il fossile tradizionale, questo e’ il nostro mix come obiettivo, per arrivare a questo obiettivo il 25 per cento del nucleare bisogna fare otto unita’ di centrali nucleari. Ieri due societa’ private come Enel e Edf hanno gia’ firmato subito dopo l’accordo un loro memorandum d’intesa per costruire quattro centrali in Italia".