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 BASTA SLOT MACHINE NEI LOCALI PUBBLICI, SONO MINI CASINO' SENZA REGOLE Data: 02/03/2009
Appertiene alla sezione: [ Politica Nazionale ]
“Le slot machines all’interno dei bar sono un ‘casinò diffuso’ senza nessuna regolamentazione”. Per questo, Donato Di Ponziano, vice presidente di Federgioco e presidente del Casinò di Sanremo chiede l’eliminazione delle macchinette dai locali pubblici.

“Sul territorio nazionale oltre ai quattro casinò municipali di Saint Vincent, Venezia, Sanremo e Campione d’Italia funzionano una miriade di ‘mini case da gioco’ prive di qualsiasi legislazione che ne stabilisca il funzionamento e soprattutto tuteli i giocatori” spiega Di Ponziano “una presenza talmente massiccia e capillare da costituire un vero e proprio ‘casinò diffuso’”.
“Ormai è da molto tempo che si discute a livello ministeriale e parlamentare sull’opportunità o meno di aprire nuove case da gioco legalizzate, come quella a Taormina”, continua il presidente “ma prima di decidere occorrerebbe prendere atto dei nuovi casinò che sono già stati aperti in modo ’sotterraneo’”.
Secondo i dati dell’Agicos, solo a dicembre 2008 questa realtà avrebbe incassato 2.156 milioni di euro rispetto ai 1.951 del 2007. Nei dodici mesi dello scorso anno con le news slot gli italiani hanno speso 21,7 miliardi di euro, circa il 45 per cento di quanto viene speso in generale in tutta Italia per dare la caccia alla dea bendata. Solo nella provincia di Imperia l’incasso ha superato i 42 milioni di euro, una somma in parte sottratta all’entrate del Casinò sanremese.
Una realtà che la stessa Federgioco, l’associazione che rappresenta i quattro casinò d’Italia, definisce estremamente pericolosa sotto il profilo sociale: “Non esiste nessuna regolamentazione che permetta di tutelare i giocatori, di allontanarli nel caso in cui giochino in maniera compulsiva e al di sopra delle proprie possibilità economiche e soprattutto nessuna disposizione che possa impedirne l’utilizzo da parte dei minorenni” precisa Ivo Collè, segretario generale della Federgioco.
Insomma nessun tipo di controllo. Secondo uno studio della Società italiana d’intervento sulle patologie compulsive (Siipac) negli ultimi anni si registrerebbe un aumento delle patologie legate alla diffusione del gioco d’azzardo ed in particolare tra le donne. I giocatori problematici sono circa 700-900 mila, di questi il 53 per cento sono uomini e il restante donne. Due gli elementi di novità per il Siipac: uno è proprio l’aumento della popolazione femminile interessata al gioco d’azzardo e l’altro aspetto è costituito dalla loro giovane età. Infatti, il 57 per cento delle donne ha meno di 35 anni. Un altro dato allarmante è sicuramente quello che riguarda gli ’studenti giocatori’: il 5,1 per cento è affetto da atteggiamenti compulsivi e il 9,7 per cento, invece, risulta a rischio di dipendenza. Un rischio difficile da poter controllare se, puntualizza Federgioco, è possibile giocare ovunque tanto in un bar mentre si sta prendendo un caffè che in un qualsiasi altro esercizio pubblico prima di tornare a casa o in ufficio.
Una situazione preoccupante che ha già spinto Francia e Svizzera, ad emanare un provvedimento governativo che vieta le slot all’interno di locali pubblici e ne autorizza l’uso solo all’interno dei Casinò. Un atteggiamento che Federgioco si augura possa essere seguito anche dal Parlamento italiano. “Assieme ad una regolamentazione di questo segmento di mercato e dei giochi online, altro aspetto al quale occorre prestare massima attenzione, speriamo che il parlamento possa rivedere anche la legge antiriciclaggio adeguandola a quella in vigore negli altri paesi europei” puntualizza Collè. “L’interpretazione attuale, molto più restrittiva, penalizza le case da gioco italiane favorendo l’esodo dei giocatori oltre il confine”.
Federgioco, infine, punta il dito sulla normativa per la registrazione dei clienti delle sale slot che, così come è, riduce l’afflusso degli scommettitori e di conseguenza anche gli incassi.
La crisi congiunturale a livello internazionale ha colpito anche i casinò italiani; il primo nella “classifica nera” è quello di Saint Vincent seguito da quello di Sanremo e Venezia. Migliore è la situazione registrata, invece, nel casinò di Campione che per il momento non ha subito flessioni. Secondo Federgioco i primi segnali di ripresa si potranno avere solo nella seconda metà del 2010. Un periodo da dimenticare anche gli storici casinò di Las Vegas che assieme a quelli francesi hanno subito una perdita pari al 30 per cento mentre quelli inglesi hanno registrato un meno 35 per cento.

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