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 DOPO IL FEDERALISMO FISCALE IL GOVENRO INTENDE RIDURRE GLI SPRECHI DEGLI ENTI LOCALI Data: 30/04/2009
Appertiene alla sezione: [ Politica Nazionale ]
Nel giorno, fatidico per la Lega Nord, dell’approvazione definitiva al Senato del disegno di legge delega sul federalismo fiscale comincia anche il lungo cammino per la sua applicazione. Federalismo significa innanzitutto lotta agli sprechi e, per questo motivo, il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, ha deciso di eliminare, da subito, quello di carta.
I quattro disegni di legge che dovevano comporre il Codice delle autonomie (Carta delle autonomie, piccoli Comuni, città metropolitane e funzioni fondamentali) saranno raccolti in un unico ddl. L’obiettivo? Un taglio netto alle istituzioni superflue e al proliferare di poltrone negli enti locali. Nel sottobosco di oltre 1.700 enti intermedi sarà effettuata una significativa potatura per conseguire un cospicuo e necessario risparmio di risorse in un periodo di crisi.
La bozza predisposta dal ministro Calderoli, insieme con i colleghi Maroni, Bossi e Brunetta, era uno dei punti all’ordine del giorno della riunione della Conferenza Stato-Regioni di ieri, ma lo slittamento dell’approvazione del piano casa ha finito con il determinare un complessivo rinvio delle questioni esaminate, ad eccezione della sicurezza sul lavoro.
Consigli e giunte. I consigli comunali potranno contare al massimo 40 componenti nei Comuni con popolazione superiore a 500mila abitanti, fino a scendere a un minimo di 6 nei Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti. I consigli provinciali potranno invece avere un massimo di 30 membri nelle Province con popolazione residente superiore a 1,4 milioni di abitanti, per scendere gradualmente fino a un minimo di 12 membri nelle province con meno di 300mila abitanti. Quanto alle giunte, sia quelle comunali che quelle provinciali, «sono composte rispettivamente dal sindaco e dal presidente della Provincia, che le presiedono, e da un numero di assessori, stabilito dagli statuti, che non deve essere superiore a un terzo, arrotondato aritmeticamente, del numero dei consiglieri comunali e provinciali, computando a tale fine il sindaco e il presidente della Provincia». In ogni caso, il numero degli assessori non potrà essere «superiore a dodici». Nei Comuni con popolazione inferiore a mille abitanti, «i componenti della giunta non hanno diritto ad alcuna indennità».
Circoscrizioni out. Saranno soppresse le circoscrizioni comunali, ossia gli organismi di governo dei quartieri previste per i centri con più di 100mila abitanti. Resteranno solo nei Comuni capoluoghi di Regione e in quelli con più di 250mila abitanti. I consiglieri circoscrizionali delle istituzioni «cancellate» decadranno dalle loro funzioni con l’entrata in vigore della legge.
Province inutili. L’articolo 6 del disegno di legge delega il governo a disporre la soppressione di singole province giudicate «inutili» in base «all’entità della popolazione di riferimento, ai costi di gestione, all’imprescindibilità e all’efficacia delle funzioni svolte in relazione alla conformazione del territorio di riferimento». Le mini-province creati a fini elettoralistici hanno perciò i giorni contati
Enti da eliminare. «Sono convinto che sia necessario procedere ad una soppressione di tutti quei soggetti intermedi che escono dalla nostra norma costituzionale, perché l’articolo 114 di essi non parla». Ieri il ministro Calderoli ha ripetuto quale sia l’intendimento: «Bim (bacino imbrifero montano), Ato (ambito territoriale ottimale) e quant’altro vanno soppressi perché sono delle fonti di spese inutili!». La bozza prevede che entro 360 giorni dall’entrata in vigore della legge siano soppresse le comunità montane, gli enti parco regionali, i consorzi di bonifica, le Autorità d’ambito territoriale. Le funzioni degli enti soppressi saranno trasferite. Per le Comunità montane i comuni interessati possono «istituire forme di collaborazione», mentre le Province gestiranno gli interventi speciali per la montagna. Idem per i parchi: ci penseranno Province e Regioni.
Funzioni. Le funzioni di governo di un ente potranno essere esercitate singolarmente o tramite un’unione di Comuni. Tutte le altre (servizi pubblici locali, edilizia pubblica e privata, catasto, servizi sociali, polizia municipale, ecc.) dovranno essere svolte obbligatoriamente in forma associata nei Comuni con meno di 3mila abitanti. Alle Province vengono riconosciute tutte le funzioni riguardanti il governo di un’area vasta. Perciò potranno continuare a occuparsi anche di polizia locale, aiuti alle imprese e tutela dell’ambiente.

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