“Con la semplificazione del sistema politico favorita sia dalla nascita di Pdl e Pd, sia dal voto delle politiche 2008 e quello, recentissimo, delle europee, il referendum elettorale si e’ indebolito”.
Lo ha affermato in un’intervista all’Adnkronos, Denis Verdini, uno dei tre coordinatore nazionale del Pdl che ha ribadito come il Popolo della Libertŕ abbia lasciato liberta’ di coscienza per il voto del 21 giugno prossimo e come abbia deciso di non impegnarsi in una campagna referendaria, ne’ a favore del si’ ne’ per sostenere il no.
"Dentro il Pdl non c’e’ il rischio di una spaccatura", ha sottolineato Verdini, che ha ricordato come l’iniziativa referendaria sia nata due anni fa per porre rimedio alla frammentazione del sistema politico. "Rispetto ad allora, il quadro e’ cambiato e la legge elettorale in vigore, grazie anche alla scelta di far nascere Pdl e Pd, ha saputo garantire una stabilita’ in entrambi i rami del Parlamento, diversamente da quanto era avvenuto nella precedente legislatura". In ogni caso, ha osservato Verdini, la legge elettorale attualmente in vigore prevede che il premio di maggioranza possa essere assegnato non solo alla coalizione piu’ appoggiata dall’elettorato ma anche dalla lista che abbia ottenuto il maggior numero di consensi.