La DIREZIONE NAZIONALE DEL POPOLO DELLA LIBERTA' riunitasi per esaminare i risultati del voto del 6/7 giugno, ha approvato alla unanimità u documento il cui testo integrale è il seguente:
Il risultato delle elezioni europee ha soprattutto evidenziato la crisi in cui versa la socialdemocrazia in Europa. Il nuovo, grave arretramento subito dalla sinistra italiana denota una crisi ancor più profonda. La sinistra italiana paga oggi lo scotto di non aver mai fatto i conti con la propria storia: il PD non può nemmeno definirsi socialdemocratico senza scatenare al proprio interno guerre intestine e far riemergere antichi nodi mai affrontati fino in fondo. Il dibattito confuso e contraddittorio che sta caratterizzando la vigilia del Congresso del Partito democratico ne è la prova evidente.
Il risultato delle elezioni europee rivela anche un ulteriore, preoccupante, segnale di sfiducia nei confronti del modo in cui sta avanzando il processo di unificazione europea. L’ideale europeista è nato dalla lungimiranza di leader politici come De Gasperi, Shumann, Adenauer, che al mito dell’unità del Continente seppero dare un’anima e la capacità di rispondere ai bisogni effettivi dei cittadini. Essi compresero che l’Europa dei borghi e delle città, dei monumenti e delle cattedrali, l’Europa della riscoperta delle proprie radici e di un comune tessuto culturale, avrebbe potuto unire i popoli e consentire loro di superare il secolo dei totalitarismi con i suoi orrori e il suo portato di disperazione e di povertà.
Da allora l’Europa unita ha compiuto innegabili progressi, dal mercato unico alla moneta comune; per un lungo periodo, essa è stata in grado di parlare ai cittadini, alle loro insicurezze, alle loro necessità e alle loro convenienze. Oggi, di fronte alla tempesta di una crisi globale, al turbamento che l’avvento del nuovo secolo ha portato con sé, e in un contesto di relazioni internazionali profondamente mutato dopo la fine dell’ordine bipolare, l’Europa ha smarrito la propria anima, e viene sempre più percepita come un gigantesco apparato burocratico autoreferenziale quando non addirittura ostile rispetto alla libera iniziativa delle persone.
Si tratta di un problema di carattere culturale, ma anche istituzionale ed economico. Ed è giunto il momento di affrontarlo, sottoponendo al PPE la richiesta di una riforma che incida in profondità sui processi decisionali in seno all’Unione europea. E’ una sfida alla quale non possiamo sottrarci. Anche perché siamo gli unici in grado di portarla a compimento.
Il PDL, infatti, ha ottenuto un risultato nettamente positivo che sancisce innanzitutto la validità del progetto del partito unitario e dell’alleanza strategica con la Lega di Umberto Bossi. Per la prima volta inoltre il successo delle forze politiche che sostengono il Governo Berlusconi si manifesta sul terreno delle elezioni amministrative, nel quale la sinistra tradizionalmente dimostrava una maggiore capacità di radicamento e di tenuta. In queste elezioni amministrative la sinistra appare ormai una forza politica minoritaria nel Nord e nel Sud del paese, perdendo posizioni anche nelle regioni del centro Italia.
Lo straordinario risultato conseguito dal PDL nelle elezioni amministrative, al primo e secondo turno, caratterizza dunque il Popolo della Libertà come l’unica forza politica veramente nazionale, dotata sul territorio di risorse, militanti, dirigenti politici e amministrativi che un grande partito popolare deve sempre di più saper valorizzare e mettere al centro di un processo di selezione democratica.Il PD, invece, man mano che perde consenso si va sempre più localizzando.
L’esito delle elezioni europee e di quelle amministrative rafforza dunque il Governo, il suo rapporto con la maggioranza e con il partito, e premia l’azione ed i risultati conseguiti in un momento particolarmente difficile dell’economia internazionale. Si tratta della risposta più forte e convincente che la maggioranza del popolo italiano ha voluto dare alle campagne scandalistiche di Palazzo, orchestrate ai danni del Governo e del suo Presidente da un circuito politico-mediatico-giudiziario con l’obiettivo finale di sovvertire la sovranità del popolo.
L’esito elettorale delle europee e delle amministrative ha confermato la distanza siderale che separa queste manovre dalle persone, dai loro pensieri e dai loro bisogni. Gli italiani non vogliono che il gossip entri nella vita pubblica, e che la lotta politica si consumi dal buco della serratura. Con il loro voto l’hanno chiaramente ribadito. Il rispetto dovuto ai cittadini che l’hanno votato impone al PDL di reagire con la massima determinazione e fermezza. Rivendichiamo con orgoglio i risultati dell’azione di governo nell’ultimo anno, e rilanciamo con rinnovata energia il progetto riformatore che nell’aprile del 2008 ha ottenuto la fiducia dei cittadini. Andremo avanti lungo la strada della modernizzazione del Paese attraverso la riforma della giustizia, attraverso le riforme dello stato sociale indicate nel “libro bianco”, quelle della pubblica amministrazione e del federalismo fiscale, dell’università e della scuola. Così come sapremo portare l’Italia fuori dalla crisi più forte di come vi è entrata sviluppando una politica economica rigorosa ma in grado di venire incontro alle esigenze delle aree sociali oggi maggiormente in difficoltà, fra le quali in primo luogo quella dei lavoratori autonomi, dei giovani, delle piccole imprese.