Chi a sinistra vuole presentare la Casa delle Libertà come una coalizione che raccoglie il voto di ricchi goderecci, di imprenditori negrieri e di commercianti evasori, deve fare i conti con uno studio elaborato dalla Swg e condotto dall’Ires-Cgil (ripetiamo, la Cgil!), che rivela che gli operai, ormai, preferiscono il centrodestra.
I numeri più alti riguardano il nord, dove non a caso le due principali regioni sono governati da due “azzurri” di Berlusconi: il 45,7 percento degli operai sceglie il centrodestra lasciando agli avversari un misero 37 percento. Ma non c’è solo il nord. Al centro la percentuale di lavoratori che sceglie la Casa delle Libertà è del 29,6%, al Sud del 32,9, mentre nelle isole si registra un nuovo sorpasso: il 41,4 percento degli operai si tinge di azzurro contro un 40 percento che rimane rosso.
Alla preferenza di chi lavora in fabbrica, si aggiunge anche quella dei pensionati (circa il 50 percento vota per il centrodestra), delle casalinghe (56,7%9 e dei disoccupati che in una media nazionale del 43 percento preferiscono chi può offrire loro un lavoro, cioè il centrodestra e non chi predica logori e infruttuosi slogan.
Zoccolo duro a favore della sinistra, rimane la categoria degli insegnanti: solo uno su tre vota per la Casa delle Libertà. Un voto a garanzia della loro intangibilità, della protezione sindacale, anche quando le capacità professionali li dovrebbero portare sui banchi e non sulla cattedra.
Insomma, i numeri estrapolati dalla Swg non fanno dormire sonni tranquilli né alla sinistra, né tantomeno ai sindacati, che sono “i ritardati del XX secolo” e rappresentano, insieme alle deficienze del governo, la vera causa dei mali del mondo del lavoro.
Una certa politica, quella di Berlusconi, ha tentato di porvi rimedio, quella di Prodi invece ci sguazza – insieme a Bertinotti e Diliberto - come un pesce nella boccia di cristallo. Ma attenzione, il vetro è fragile! E gli operai, tosti!