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 CHIAMPARINO: E' ORA DI PUNIRE CHI SI DROGA Data: 08/05/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Il sindaco di Torino, il diessino Sergio Chiamparino, all'indomani della rapina che ha provocato la morte di un tabaccaio, probabilmente assassinato da una banda di drogati, fa il "mea culpa" e in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, sostiene che la sinistra deve cambiare posizione rispetto alla droga e chiedere la punizione sia di chi si droga che spaccia. La dichiarazione di Chiamparino rompe un tabù della sinistra, e sconfessa il recente atteggiamento del ministro Turco in materia di modica quantità, tra l'altro sconfessato anche dal Tar del Lazio. Riportiamo l'intervista a Chiamparino che ci tiene a sottolineare che la modica quantià è una ipocrisia e che pur non rinnegando di essere stato sempre antiproibizionista ora si avvede che il consumo della droga è un crimine. Neanche uno di destra avrebbe potuto dirlo meglio.

TORINO — «Non è più possibile restare a guardare mentre un quarto, o forse addirittura un terzo della popolazione fa uso di droghe. Sono sempre stato antiproibizionista, ma oggi dico che è ora di cambiare: bisogna affermare il principio che drogarsi non è lecito, che la nostra società non lo accetta». Sergio Chiamparino, sindaco ds di Torino, chiede al Parlamento nuove norme per punire non solo chi spaccia ma anche chi consuma stupefacenti. La sua riflessione, però, arriva da più lontano.
Sindaco, come vorrebbe punire chi si droga? «Obbligandolo a riparare il danno fatto. Perché chi consuma droga alimenta un mercato criminale che è all'origine di reati di ogni tipo, dai più banali ai più efferati, e un clima di insicurezza che la gente comune non sopporta più. Quindi, chi viene sorpreso a consumare dovrebbe dedicare alcuni giorni a rendersi utile, pulendo la città o lavorando nelle case di riposo, e sono solo due esempi. Una sanzione non penale, ma che può creare un deterrente perché si perde tempo e ci si espone a una pessima figura, in casa e sul lavoro».
La sua proposta dovrebbe valere per qualsiasi sostanza? «Posso ammettere, anche se vorrei discuterne ancora con veri esperti, che si depenalizzino gli spinelli. E posso accettare anche che chi è dipendente dall'eroina, categoria per fortuna in calo, possa essere trattato sotto controllo medico. Ma per gli altri deve esserci una sanzione: troppa droga per le strade».
Cosa le ha fatto cambiare idea? «L'esperienza da sindaco. Qualche tempo fa ho voluto andare a vedere la situazione dell'area chiamata "Tossic Park" (zona di spaccio alla periferia est di Torino, ndr) e sono rimasto colpito dalla varietà dei clienti "normali". Una ragazza che lavora lì vicino mi ha fatto notare, tra le altre, una vecchia Panda con i seggiolini per i bambini: "Vede sindaco, quello è un muratore che ogni giorno viene a comprarsi la droga". La sera stessa, in centro, ho rivisto le auto di lusso dei professionisti che il venerdì vengono a procurarsi la dose per il weekend».
Gli antiproibizionisti però sostengono che se il mercato della droga venisse liberalizzato la criminalità diminuirebbe... «Lo so bene, e negli anni 80, all'epoca delle grandi polemiche, ero più d'accordo con don Ciotti che con Muccioli. Ma qualcosa non funziona. Se drogarsi è consentito, perché non dovrebbe esserlo vendere la droga? La legge attuale è contraddittoria, il concetto di "modica quantità" è ipocrita. Poi parli con i cittadini e ti accorgi che hanno paura, quella che si chiama "insicurezza percepita". E se non hanno paura quanto meno sono a disagio quando vedono lo spaccio e il consumo, che ormai sono ovunque».
Si dice anche che la droga non è peggio dell'alcol. «E allora cosa vogliamo fare? Aspettare che la cocaina si radichi nella nostra cultura come il vino o la grappa, per poi dire che non la si può più eliminare? È un problema che ha due fac ce: la criminalità, che anche il singolo consumatore, involontariamente, contribuisce a far crescere, e i valori della nostra società, dove sempre più persone sembrano aver bisogno di una sostanza per vivere».
Lei è un «liberal». Ora vuole uno Stato che educa e punisce? «No, la libertà delle persone deve restare, non propongo la galera per i consumatori. Ma non sono disposto a fare finta di niente, bisogna mettere un argine al mercato incontrollato e al messaggio che drogarsi non è un problema. È una riflessione che dobbiamo aprire subito, non lontana da quella che Giuliano Amato propone sulla prostituzione».
Idee che non piaceranno a molti, soprattutto nel centrosinistra... «La droga e i modi per combatterla non sono né di destra, né di sinistra. Ma la politica nel suo insieme e la sinistra in modo particolare hanno sottovalutato il problema. E una parte continua a non voler vedere».

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