DA ”PUGLIA D’OGGI” DEL 10 MAGGIO 2007
Fu nell’estate del 2002 che in Puglia la malattia, la sofferenza, la morte, divennero un’arma.
Fu nell’estate del 2002 che fu deciso a tavolino l’omicidio politico premeditato di Raffaele Fitto e del centrodestra pugliese, ad opera di chi incurante di quella malattia, di quella sofferenza, della stessa morte, decise cinicamente di utilizzarle contro qualcuno.
Da quel momento se un’ambulanza arrivava in ritardo, se in un ospedale non c’era un posto, se in un pronto soccorso mancava un medico, se un infermiere si era dato malato, se una barella con un paziente veniva lasciata per ore in un corridoio, se moriva qualcuno in qualsiasi ospedale della Puglia per una qualsiasi causa non propriamente definibile “naturale” ci fu un unico colpevole: Raffaele Fitto.
Da quella maledetta estate e dall’entrata in vigore di un piano di riordino ospedaliero che, recependo gli obblighi di una legge nazionale, tagliava posti letto (MA NON CHIUDEVA OSPEDALI) nulla fu più come prima.
Mentre Fitto e il centrodestra giravano la Puglia in lungo e in largo per spiegare che il Piano non chiudeva ospedali e non “desertificava” la sanità, c’era chi si occupava di organizzare in quei comuni e in quelle piazze singolari “comitati di accoglienza” con tanto di insulti, striscioni, lanci di uova contro “l’uomo nero”. E negli anni a venire ogni disservizio in ogni livello della sanità pugliese continuò ad avere un solo colpevole: Raffaele Fitto.
Un crescendo di episodi enfatizzati e strillati quotidianamente sulle prime pagine dei giornali, bollati in fretta come casi di “malasanità” addebitabili sempre e solo a lui e al suo “sciagurato” piano, salvo poi scoprire puntualmente che quelle morti erano avvenute per cause assolutamente indipendenti dalle regole imposte da quel Piano alla sanità pugliese.
La campagna elettorale delle regionali del 2005 è stata una vera e propria gogna mediatica per tutto il centrodestra pugliese: ogni giorno e più volte al giorno dai palchi dei comizi, dalle pagine dei giornali, dai microfoni delle televisioni la sinistra diffondeva sempre gli stessi messaggi: la tecnica era quella di addebitare “all’uomo nero” ogni nefandezza della sanità, di incolparlo politicamente di qualsiasi caso di “morte sospetta” avvenuta in qualsiasi ospedale della Puglia, di addebitare al suo “Piano” tutto ciò che non andava; contestualmente la sinistra riempiva gli occhi e le orecchie dei cittadini pugliesi di speranze, di promesse che tutto sarebbe cambiato, che sarebbe bastato mandare a casa “l’uomo nero” per “revocare come primo atto di Governo della sinistra il suo Piano ospedaliero” approvarne un altro e “rivoluzionare e umanizzare la sanità pugliese”.
Oggi l’uomo nero è stato mandato a casa (o, meglio, in Parlamento) comunque non governa più in Puglia e proprio in Puglia, dopo ben due anni di Governo di quella sinistra che speculava anche sull’ambulanza in ritardo, si verifica il più clamoroso e indiscutibile caso di malasanità della storia italiana: 8 persone muoiono nell’Utic di Castellaneta per uno scambio di tubi. Vengono attaccati a quello dell’ossigeno ma in realtà respirano azoto!!!!!
Sarebbe facile ora dire che è stato Vendola ad uccidere quelle persone, se non altro perché in passato la sua parte politica diceva che era stato Fitto ad uccidere chi moriva di malasanità.
Così non è: questi poveri cittadini e le loro povere famiglie meritano rispetto, verità e giustizia, non meritano polemiche politiche, non meritano speculazioni di sorta.
La constatazione, decisamente più amara della polemica politica è che la responsabilità oggettiva di questi episodi forse può anche essere di chi governa che comunque avrebbe dovuto attivare meccanismi di controllo rigidissimi, ma al tempo stesso non è il Presidente della Regione, non è la Giunta, forse non è nemmeno il Direttore Generale che può accorgersi di uno scambio di tubi, ma i livelli tecnici deputati ai singoli controlli.
Dal punto di vista politico oggi sono due i dati su cui interrogarsi. Il primo: questa Giunta e questo centrosinistra avrebbero il dovere morale di chiedere scusa per aver in passato speculato su casi molto meno gravi arrivando a chiamare “assassino” chi governava. Questa Giunta e questo centrosinistra devono interrogarsi seriamente e confessare ai cittadini: è sicuro che l’apertura di quel reparto pronto da mesi non sia stata condizionata dai servizi di Striscia la Notizia che faceva pressioni su Urago e dalle elezioni amministrative a Castellaneta che fanno pressione sul centrosinistra regionale? E’ sicuro che nessun politico abbia fatto pressioni sui livelli tecnici deputati al controllo del funzionamento dell’Utic affinché quel reparto fosse aperto in tempo per appuntarselo come medaglia al merito dinanzi agli elettori di Castellaneta.
Perché resta una singolare circostanza da chiarire: per il 5 maggio (giorno successivo alla morte dell’ultimapaziente) il consigliere regionale Costantino dei Ds aveva fissato una conferenza stampa proprio in quel reparto, per spiegare quanto la Giunta Vendola fosse stata bella e brava ad attivarlo! C’è da augurarsi che la Magistratura faccia chiarezza su tutti gli aspetti oscuri di questa vicenda compresi quelli di presunte responsabilità politiche di chi oggi governa che chi governava ieri per senso di rispetto nei confronti della malattia, della sofferenza e della morte non vuole strumentalizzare.