Massimo D'Alema ha detto che la crisi della politica potrebbe portare a un collasso come nei primi anni Novanta. E Paolo Franchi, tra i maggiori traduttori italiani di Massimo D'Alema, ha voluto aggiungerci del suo: «D'Alema», ha scritto sul Riformista, «sembra anche voler dire che non intende comportarsi come Bettino Craxi nel 1992, quando parlò di Mario Chiesa come di un mariuolo e provò a nascondere che quella che si stava aprendo era una crisi del sistema». Ecco: cominciamo col ricordare come andarono davvero le cose, se non vogliamo ricollassare. Primo: Craxi parlò del «Mariuolo» Chiesa il 3 marzo 1992, quando l'inchiesta era ancora in embrione e gli stessi magistrati milanesi ipotizzavano di chiuderla con una direttissima. Secondo: Craxi, il 3 luglio 1992, sei mesi prima di essere inquisito, in Parlamento, fu il primo e il solo a denunciare che il finanziamento dei partiti era «illegale» e che si era diffusa una rete di «corruttele» che «spesso confinano con il racket malavitoso». Parlò così chiaro che le sue parole furono usate nel testo del primo avviso di garanzia che gli spedirono sei mesi dopo. D'Alema e il Pds, intanto, spiegavano che non c'era nessuna crisi di sistema,mache i socialisti semplicemente rubavano. Filippo Facci (da Il Giornale)