ECCO UN COMMENTO SULLA VICENDA CHE VEDE COINVOLTO IL VICEMINISTRO DELLE FINANZE, IL DIESSINO VISCO PER IL QUALE LA CDL HA CHESTO L'ALLONTANAMENTO DAL GOVERNO.
Non era mai successo nella Storia della Repubblica che il Comandante generale di uno dei Corpi dedicati alla Sicurezza del Paese denunciasse in un verbale, davanti al magistrato, che un esponente del governo gli aveva ordinato di spostare ufficiali che indagavano su un’operazione finanziaria.
E’ successo con questo governo. Il personaggio in questione è Roberto Speciale, Comandante generale della Guardia di Finanza. L’esponente di governo è Vincenzo Visco, vice ministro all’Economia, con delega proprio alla Guardia di Finanza.
L’operazione su cui indagavano gli ufficiali della Gdf era il caso Unipol-Bnl. Un’operazione che portò Piero Fassino (compagno di partito di Visco) a dire al telefono con Giovanni Consorte: “Allora abbiamo una banca”.
In pratica, il governo ha cercato di intralciare la Giustizia. Il governo contro lo Stato; perché la Guardia di Finanza è lo Stato. E lo Stato, cioè, Roberto Speciale, si è opposto a quell’ordine: tant’è che gli ufficiali sono rimasti al loro posto. E non a caso, l’operazione Bnl-Unipol (fortemente sponsorizzata dai Ds) è fallita. Giovanni Consorte è finito in galera, insieme a buona parte dei “furbetti del quartierino”.
Il caso è emblematico per indicare quale livello di arroganza del potere è stato innescato dall’attuale maggioranza. Ma è anche una tessera del mosaico sulla degenerazione della politica, denunciata da Massimo D’Alema nell’intervista al Corriere della Sera.
Se il disegno di Visco fosse andato in porto (cioè, se Speciale avesse acconsentito a rimuovere gli ufficiali delle Fiamme Gialle che indagavano su Bnl-Unipol), quella fusione sarebbe andata in porto. Ed il peso politico ed economico del Botteghino sarebbe aumentato a dismisura.
Da qui la gravità politica ed istituzionale dell’ordine impartito da Visco. Non solo. Il vice ministro, in un’intervista, mette in dubbio la veridicità delle affermazioni di Speciale davanti al magistrato. Cioè, dice di non credere alla versione del Comandante generale della Guardia di Finanza. Il quale, non solo è un ufficiale dell’Esercito con un curriculum di tutto rispetto; ma ha anche denunciato il tentativo di Visco sotto giuramento davanti ad un magistrato.
È assai verosimile che Speciale debba ora rassegnare le dimissioni. O le debba presentare Visco. Di certo, un tentativo di coercizione come quello avviato dal vice ministro dell’Economia non era mai successo nella storia repubblicana. E tantomeno era stato descritto in un verbale davanti ad un magistrato da parte del Comandante generale della Guardia di Finanza.