Oggi è il 24 maggio e ricorre il 92° anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale, la quarta e ultima guerra di indipendenza nazionale. Chi se ne ricorda più? Chi si ricorda di una data, entrata nella storia nazionale, immortalata nelle parole della Canzone del Piave, che da quel giorno accompagnarono i sacrifici, la resistenza, gli eroismi di tanti, e anche le viltà di taluni, anch'essi non pochi, dei coscritti che furono mandati, talvolta impreparati, alla dura e logorante guerra di trincea che doveva concludersi con l'epopea di Vittorio Veneto, non senza, però, la tragedia di Caporetto, che segnò il momento più disperato e allo stesso tempo di straordinaria rinascita dell'esercito italiano, magnificamente descritta nel Bollettino della Vittoria firmato il 4 novembre 1918 da Armado Diaz, che aveva preso il posto di Cadorna, proprio dopo la disfatta di Caporetto. A Cadorna gli storici hanno imputato le massime responsabilità della condotta della guerra e delle numerose storie personali di soldati che spesso "caddero" vittime del fuoco amico piuttosto che del fuoco nemico. Molti di questi erano meridionali, spesso contadini meridionali, strappati dalla placida e assolata vita dei campi per essere costretti alla impervia vita di trincea, nel freddo dei venti e delle nevi. Ad essi, e a tutti i seicentomila Caduti della prima guerra mondiale, ai feriti, ai mutilati di guerra, che nel silenzioso esercizio del dovere, diedero il contributo maggiore per la vittoria delle armi italiane, rivolgiamo il nostro pensiero e il nostro omaggio nella ricorrenza del 24 Maggio.