Tra Rubbia e Veronesi è scoppiata la guerra sul nucleare: secondo Veronesi l'IOtalia ha bisogno di almeno 10 centrali nucleari per far fronte alle esigenze enrgetiche, secondo Rubbia, divenuto consulente del ministro "verde2 Pecoraro Scanio, non è vero. Tra i due si inserisce con questo articolo che di seguito pubblichiamo il prof Franco Battaglia.
Prima di invitarlo a leggere volgiamo dichiarare la nostra assoluta convinzioone che Veronesi abbia ragione e che l'abbandono della scelta nucleare dell'Italia negli anni 80 è stata la causa prima delle ggrandi difficoltà energetiche che il nostro Paese ha attraversato e attaversa e le ragiioni dell'enorme costo dell'energia a carico dei cittadini.
Va aggiunto che è ridicolo schierarsi contro il nucleare quando la Francia ne ha funzionanati alcune decine sul suo territorio e talune ai confini italiani....
ECCO L'ARTICOLO DEL PROF. BATTAGLIA
Su Repubblica di ieri è stato pubblicato un dialogo tra Umberto Veronesi e Carlo Rubbia. Tema: energia e ambiente. Veronesi: «Non dobbiamo entrare nella spirale d’ansia da inquinamento. Basta con il panico da primitivi spaventati dal fuoco: l’Italia ha bisogno di 10 centrali nucleari entro i prossimi 10 anni». Rubbia: «Il vero incubo del pianeta è il cambiamento climatico. L’Ue chiede una riduzione delle emissioni di CO2 del 20% entro il 2020, cosa che non può farsi col nucleare».
Veronesi è uno scienziato ed un cittadino responsabile: è stato ministro del centrosinistra, ma non ha venduto la sua anima di scienziato alla politica, visto che le sue affermazioni sono l’opposto esatto di ciò che sta scritto nel programma dell’Unione. Come ogni scienziato, egli è perfettamente consapevole che la politica non può comandare alla scienza; la quale non può essere riscritta né a Roma né a Bruxelles. E da cittadino responsabile non intende scendere a compromessi su questo punto: sa che ogni debolezza in merito rischia di portare il Paese al collasso.
A differenza di Veronesi, Rubbia ha invece scelto di accondiscendere alle stravaganti teorie di Pecoraro Scanio e costui lo ha così nominato proprio consulente. Rubbia ha tre volte torto. Una volta quando assume che un problema del pianeta sia quello dei cambiamenti climatici indotti dalle attività umane; un’altra quando, senza battere ciglio, ritiene che la scienza e la tecnologia possano essere comandate dai politici dell’Ue; la terza quando, senza neanche provare a sviluppare l’aritmetica, nega che il nucleare possa essere una risposta a quegli stravaganti comandi. Esploriamo solo l’ultima che ho detto e facciamo noi l’aritmetica. Se l’Italia volesse ridurre le proprie emissioni di CO2 del 20% rispetto ai livelli del 1990, potrebbe farlo solo se azzerasse tutta la produzione di energia elettrica da combustibili fossili (26 GW-anno, oggi). Volesse far ciò col nucleare, dovrebbe disporre di 20 reattori nucleari uguali a quelli che sono attualmente in costruzione in Finlandia o in Francia: cosa molto difficile che possa realizzarsi, visto che non c’è alcuna volontà politica che si realizzi, ma certamente non tecnicamente impossibile, visto che, come anche Veronesi ricorda, di reattori nucleari ce ne sono oggi 5 in Svizzera, 9 in Spagna, 11 in Svezia, 17 in Germania, 27 in Gran Bretagna, 51 in Giappone, 57 in Francia. Può l’Italia eseguire gli stravaganti comandi dell’Ue utilizzando l’energia dal sole? Impossibile. Anzi, fatemelo scrivere meglio: i-m-p-o-s-s-i-b-i-l-e. Capisco che ogni scarafone è bello agli occhi di mamma e che Rubbia faccia il tifo per il suo Progetto Archimede, ma diciamolo forte e chiaro: il Progetto Archimede sarà un tanto colossale quanto annunciato fallimento. Non a caso è stato subito sposato da Pecoraro Scanio. Franco BATTAGLIA