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 GLI SPRECHI DELLA POLITICA Data: 08/06/2007
Appertiene alla sezione: [ Opinione ]
GLI SPRECHI DELLA POLITICA


Il dibattito sugli sprechi della politica non ci appassiona. Non perché non condividiamo tutto ciò che sulla materia si va denunciando, ma perché temiamo che esso sia destinato come in tante altre occasioni ad essere archiviato. Magari quando la opinione pubblica si sarà stancata dell’argomento, se ne andrà al mare (prossimamente) e al ritorno altre incombenti questioni assorbiranno la sua attenzione.
Però per il momento il dibattito tiene banco e fa registrare autorevoli distinguo e moraleggianti dichiarazioni di principio.
Come quella di Bertinotti che incalza con la solita verve culturale, dimentico che egli da ben oltre un decennio è parte del sistema e del sistema utilizza i privilegi e approfitta dei vantaggi.
E così, lo stesso presidente della repubblica che finge di ignorare che il “suo” Quirinale costa più della reggia di Inghilterra, dell’Eliseo e del palazzo presidenziale di Berlino, messi assieme. Che le auto blu sono in Italia 574 mila contro le circa 50 mila della Francia e che la questione delle auto blu è stata sulla cresta dell’onda, cioè della polemica politica, non da oggi, ma da almeno due decenni , senza che nessuno si sia preso la briga di provvedere a ridimensionare questo andazzo in nome del quale anche il più scalcinato degli assessori del più piccolo villaggio della più povera delle provincie italiane si sente autorizzato ad avere a disposizione la sua bella auto non necessariamente di colore blu, con tanto di autista.
Qualche volta ( è successo in un paesino del sud d‘Italia, di circa 9000 abitanti), è capitato che al sindaco sia stata rubata o danneggiata l’auto privata e per settimane questo bellimbusto si è trasportato al suo “ufficio” con l’auto del Comune, e chissà, forse con la benzina del Comune.
E poi ci sono gli enti inutili. Migliaia, secondo vecchi e ormai logori elenchi di anni addietro; enti che dovevano essere eliminati, che lo sono stati sulla carta, ma che rimangono in vita per …estinguersi.
E poi ci sono le Provincie, svuotate dalla istituzione delle Regioni, che dovevano essere soppresse ma che rimangono in vita e che ricevono, giusto per fare qualcosa, deleghe dalla Regione che a sua volta le ha ricevute dallo Stato perché si snellissero le procedure, le quali procedure ora si alimenteranno nel senso che si centuplicheranno, per cui la tanto sospirata eliminazione di lacci e lacciuoli che tutti auspicano per sottrarre la gente, il cittadino, dalle pastoie della burocrazia, tentacolare e onnipotente, asfissiante e spesso ignorante, non ci sarà, anzi….
E poi ci sono gli enti locali, dalla Regione, alla Provincia, ai Comuni, accusati, a ragione, a ragione!, di non essere da meno dello Stato nella frenesia dello spreco.
Numero dei consiglieri esorbitanti il buon senso …della misura, numero di assessori che si allarga ad organetto, commissioni, supercommissioni, spesso inutili, come quella per lo studio del mare instituita in quella Campania che muore d’asfissia sotto i cumuli dell’immondizia, e poi consulenti, esperti, e ancora collegi vari, dai revisori dei conti ai nuclei di valutazione…vuoi mettere un piccolo comune che si nomina il suo bel nucleo di valutazione i cui componenti sono naturalmente pagati per valutare….cosa, davvero e spesso non si sa.
E’ di ieri la notizia che il sindaco di Bari, l’ex magistrato Emiliano che da tre anni governa a suon di roboanti quanto inconcludenti proclami la povera città di Bari che ha avuto la ventura o la sventura di eleggerlo a suo sindaco, è di ieri, dicevamo, la notizia che Emiliano ha raddoppiato lo stipendio del presidente e dei componenti del consiglio d’amministrazione della società multiservizi, raddoppiato e per di più con il presidente della stessa società che si dice onorato del fatto che ancora non prende quanto dovrebbe, e percepisce con il raddoppio ben 4000 euro al mese, quasi il triplo di quanto percepisce un qualsiasi impiegato medio italiano, pubblico o privato. E viene ancora da Bari la notizia che il presidente di una circoscrizione, quella specie di minimunicipio che non ha poteri, esprime solo pareri che non vincolano nessuno, e la cui attività è cosa di pochi, percepisce uno stipendio di quasi 3000 mila euro al mese….e tanti ne percepisce un consigliere comunale di Bari, o un consigliere della Provincia….e parliamo di Bari, non ancora delle grandi città e grandi provincie italiane i cui consiglieri percepiscono indennità ovviamente adeguate alla numero degli abitanti.
E potremmo continuare con l’esempio degli sprechi e delle incredibili contraddizioni di una legislazione che consente, anzi facilita sprechi a destra e a manca. E in questa attività non c’è colore che tenga…sono tutti uguali, destra, sinistra, centro, anche perché quand’è pantalone che paga, non v’è nessuno che alzi bandiera bianca.
Basti un esempio. Negli enti locali sindaco ed assessori hanno diritto ad un indennità intera se essendo lavoratori dipendenti si mettono in aspettativa dal lavoro, se non lo fanno l’indennità si dimezza. E’ invece percepita per intero dai lavoratori autonomi di ogni specie. Sono evidenti le ragioni di ciò.
L’indennità intera compensa il lavoratore dipendente che rinuncia allo stipendio oppure compensa il lavoratore autonomo che sottrae tempo alla sua attività e, almeno i teoria, rinuncia a parte del suo guadagno. Ebbene anche il disoccupato percepisce l’indennità per intero. Non è scritto da nessuna parte ma tutti, a incominciare dal Comune di Toritto, ha interpretato in questo modo la legislazione vigente. E ciò spiega perché vi è la prolificazione dei candidati alle elezioni amministrative.
Lo ha denunciato in un lucido intervento sulla stampa Giandondomenico Amendola (Corriere del Mezzogiorno del 4 giugno scorso): il posto di candidato, se eletto, apre la strada a ben retribuite carriere, molto più convenienti di un posto da ottenere superando un difficile concorso. Meglio, mille volte meglio concorrere ad un posto di consigliere, e poi di assessore, e poi, poi, poi….

Ora pare che si voglia tornare indietro. Il ministro Lanzillotta, che di nome fa Linda, un nome, un programma, già assessore al Comune di Roma, che di sprechi se ne intende, magari riferiti alla centrale del latte della Capitale ai tempimin cui appunto ricprova la carica di assessore, sta predisponendo un provvedimento legislativo con il quale riformare il sistema della spesa della politica per la politica. Speriamo che non chieda consiglio al marito, l’ex ministro Bassanini, proprio quello a cui si deve nel 1996 la legislazione che ha rivoluzionato, in peggio!, il sistema degli enti locali e che aprì la strada agli sprechi dei consulenti e degli esperti, che soprattutto eliminò i controlli, cosa che ha consentito agli enti locali di farne uno e di pensarne cento. Di sprechi.
Secondo quanto si apprende dal ministro per l’attuazione del programma, invenzione questa carica del governo Berlusconi , mutuata pari pari dal governo Prodi e che si chiama Santagata, con il provvedimento in allestimento si vorrebbe ridurre il numero dei consiglieri delle Regioni ma con la legge vigente bisogna che lo facciano le Regioni, cosa che difficilmente si otterrà. E’ più facile ridurre il numero dei consiglieri e degli assessori delle Provincie e dei Comuni. Ma questo era già avvenuto tra la legge 142 del 1990 e la legge 265 del 1999, ma poi tutto è tornato come prima. Anzi, la nuova legge, il D.L.vo 267 del 2000 ha aperto la strada a nuove allettanti possibilità per Provincie e Comuni che in nome della autonomia statutaria ne hanno combinato di tutti i colori.
Si riparla di eliminazione delle Provincie, di accorpamento dei Comuni, di eliminazione delle Comunità Montane,ma chissà se alla fine qualcosa si farà o, piuttosto, per dirla con Tomasi di Lampedusa , si fingerà di cambiare tutto per non cambiare niente e lasciare che il potere politico continui imperterrito negli sprechi del danaro pubblico che serve ad alimentare una razza, anzi una “casta” sempre più rinchiusa su se stessa, sempre più distante dalla gente che alla fine si dichiara impotente. E , quella si, alza bandiera bianca e farà come i romani, che alla fine della guerra, dopo le occupazioni degli stranieri, sui muri sbrecciati della città eterna scrissero: andatevene tutti, lasciateci piangere da soli!

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