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 PAGINA A CURA DI LEONARDO SCIANNELLI Data: 29/06/2007
Appertiene alla sezione: [ Arte ]
Premio Targetti Light Art, iniziato il count down per la quinta edizione

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Sono aperte fino al prossimo 6 luglio le selezioni per la quinta edizione del Premio Targetti Light Art , competizione internazionale a cadenza biennale dedicata agli artisti under 40. Come sempre ai partecipanti si chiede di ideare un'opera d'arte che utilizzi la luce artificiale come strumento e contenuto primario. Gli artisti possono usare qualsiasi materiale e tecnologia e avvalersi della consulenza dei tecnici specializzati della Targetti in modo da ottimizzare il potenziale espressivo della luce nelle loro opere. Le categorie presenti sonoQuadri di Luce - installazioni su supporto verticale - e Sculture di Luce (supporto orizzontale). Al vincitore assoluto va un premio di 10mila euro, mentre i due secondi classificati - uno per ciascuna categoria - ricevono 5mila euro ciascuno. La giuria è composta da Amnon Barzel (direttore artistico della Targetti Art Light Collection), Omar Calabrese, Alessandra Mammì, Peter Noever, David Sarkisian e Paolo Targetti.





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Bari Periferia Ovest

Per scaricare il bando: www.targetti.it
Info: artlight@targetti.it
Presso la Galleria Antonelli, in Viale Unità d'Italia - Piazza Galvani 6 a Bari, con il patrocinio del Museo Universitario della Fotografia del Politecnico di Bari, sarà presentata la mostra collettiva di fotografie del Corso di Fotografia dell'Architettura e del Territorio a cura di Michele Cera. L'inaugurazione sarà giovedì 28 giugno 2007 alle ore 18.30.

La mostra presenta una settantina di scatti, a colori e in bianco e nero, frutto dell'indagine svolta dai partecipanti al secondo Laboratorio di Fotografia dell'Architettura e del Territorio, organizzato presso il Politecnico di Bari. Ancora una volta, studenti del Politecnico sono stati chiamati a praticare quella insistenza dello sguardo, quella dubbiosa interrogazione dei dati del reale alla quale faceva riferimento Paolo Costantini, applicandola questa volta al terrain vague della periferia barese a Ovest della parte centrale della città.

Il catalogo, contenente una selezione delle fotografie esposte, comprenderà oltre alla presentazione di Michele Cera, un testo del Professore Dino Borri, direttore del Dipartimento di Architettura ed Urbanistica del Politecnico di Bari.



fino all'1.VII.2007
Chagall delle meraviglie
Roma, Complesso del Vittoriano

Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi. Ma anche temi religiosi e il dramma dell'Olocausto. Su tutto, la straordinaria forza del colore. Omaggio ad un grande artista del Novecento, in un percorso che meraviglia.



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pubblicato giovedì 22 marzo 2007
Dopo otto anni Marc Chagall (Vitebsk, 1887 - Saint-Paul-de-Vence, 1985) torna negli spazi del Vittoriano. Stavolta in una retrospettiva che abbraccia un ampio arco temporale e mira a restituire la componente engagé del lavoro dell'artista, spesso sottovalutata a favore di una lettura più romantica e folkloristica. Troppo riduttiva per uno dei grandi protagonisti del XX secolo, che ha vissuto tanto e che tanto ha viaggiato, conosciuto, sofferto. In un percorso espositivo che procede per sbalzi temporali, privilegiando la continuità tematica, emerge la forza di un linguaggio individuale, carico di suggestioni culturali filtrate attraverso l'esperienza privata, che guarda alle Avanguardie europee senza aderire ideologicamente a nessuna di queste e che attinge tanto alla tradizione ebraica quanto alle radici russe.
Nel suo mondo alla rovescia, dominato da un horror vacui ereditato dalle icone bizantine, i numerosi elementi del mondo reale si caricano di significati simbolici, ripetendosi con continuità anche in opere molto distanti nel tempo. Il pendolo, gli amanti volanti, il candelabro a cinque punte, il campionario animale. E ancora, il violinista, figura legata alle festività ebraiche, e la tavolozza, vera firma dell'artista. È difficile identificare un soggetto unico o anche un genere unico, laddove ritratti, paesaggi e nature morte convivono in scene animate da colori vividi.
Non mancano i riferimenti fauve, soprattutto nei nudi femminili, così come nelle opere del 1914-16 è evidente la plasticità cubista. Lo stesso Chagall non rinnega il suo legame con Parigi (dove soggiornò la prima volta dal 1910 al 1914) quando afferma "Ho portato dalla Russia i miei oggetti. Parigi vi ha versato sopra la luce".
Eppure quegli "oggetti" continuano ad essere il tratto distintivo di una ricerca che non dimentica l'iconografia popolare, così come l'etnografia russa diviene fonte di ispirazione per i grandi compositori, primi tra tuttiMussorgskij e Stravinskij. Il linguaggio figurativo di Chagall attinge ai lubok, piccole vignette colorate in modo rozzo e scoordinato, popolari nella forma quanto nella diffusione. Se però permane la volontà di una rappresentazione "realistica", in contrasto con l'astrattismo rivoluzionario propugnato dal contemporaneo Malevic, allo stesso tempo Chagall rifiuta il Realismo socialista, sostenendo fermamente che "l'arte è uno stato d'animo".
Dalla Rivoluzione d'Ottobre all'Olocausto: le opere esposte al piano superiore mettono in scena un sincretismo religioso che, a partire dalla illustrazioni della Bibbia degli anni Trenta, si carica di messaggi universali, combinando iconografie diverse allo scopo di comunicare uno stato di sofferenza condiviso.
Così si moltiplicano le immagini della crocifissione, sullo sfondo della quale il popolo ebraico fugge tra le fiamme della sinagoga. E l'Ebreo Errante, soggetto di un'opera omonima, da persecutore si trasforma in perseguitato. Chiari segni di un'arte che non dimentica la tragedia storica, causa del trasferimento dello stesso Chagall negli Stati Uniti nel 1941. L'elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale, puro kunstwollen che si materializza in forme fantastiche dai colori straordinari. Senza tarpare le ali dell'immaginazione, Chagall racconta la Storia. Con un'intensità unica ed appassionata.

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