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 IN EUROPA CRESCE LA SIMPATIA PER IL NUCLEARE Data: 01/07/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
INTERVISTA A FABRIZIO BARBASO, DIRETTORE GENERALE ENERGIA UE

La liberalizzazione del mercato dll'energia elettrica è certamente la benvenuta, ma non basta: i forti rialzi dei combustibili hanno rincarato le bollette. Perciò bisogna trovare fonti alternative di emergia a basso costo. Mentre gli ambientalisti continuano a parlare di eolico, solare, etc, benchè tutit glimstudi dimostrino la scarsa capacità produttiva di simili fonti enmergetiche, tra anche rispetto ai costi, in Europa cresce la simpatia verso il nucleare.

Ecco che cosa dice l’italiano Fabrizio Barbaso, direttore generale aggiunto alla Direzione generale Energia e trasporti della Commissione europea.

* La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica contribuirà a far diminuire il costo della bolletta per i cittadini?

«L’apertura dei mercati alla concorrenza permetterà di raggiungere una maggiore efficienza, determinando prezzi più bassi per il consumatore. Questo è molto evidente per gli addetti ai lavori, è rafforzato da recenti studi, ma riconosco che talvolta i consumatori hanno un’esperienza diversa. Sfortunatamente l’avvio del processo ha coinciso con un periodo di forti rialzi dei combustibili sul mercato internazionale; così il beneficio della maggiore efficienza è stato in molti casi annullato, compensato dai maggiori costi all’importazione, e le famiglie si sono ritrovate con bollette più care».

* L’uso sempre più massiccio del metano per produrre energia elettrica non creerà delle pericolose convergenze tra chi importa gas per riscaldamento e per usi energetici?

«Il gas naturale è il meno inquinante dei combustibili fossili ed è quindi molto apprezzato sia per gli usi domestici sia per quelli di generazione di elettricità, e domani forse anche per l’autotrazione. La maggior parte delle risorse mondiali di gas naturale si trova a una distanza ragionevole dall’Europa ed è possibile importarne quantità crescenti, a condizione di costruire le necessarie infrastrutture: rigassificatori, gasdotti e impianti di stoccaggio. Ma non è saggio dipendere in larga misura da una sola fonte energetica, che per di più deve essere importata da Paesi spesso instabili».

Apparecchiature di controllo di una centrale termoelettrica.
Apparecchiature di controllo di una centrale termoelettrica
(foto Ansa/La Presse).

* Qual è il Paese europeo più fragile sul piano energetico?

«Ciascun Paese ha i suoi punti deboli. Si tratta di un problema di rilevanza comunitaria e bisogna ricercare insieme dei rimedi, anche facendo ricorso alla solidarietà fra i differenti Paesi. Ma se lei mi vuol fare parlare dell’Italia, non si può negare che il nostro Paese è particolarmente fragile per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, visto che non si vuole carbone pulito, né rigassificatori e ancor meno nucleare».

* Quali reali alternative esistono alle fonti fossili?

«Il ruolo dei combustibili fossili è così importante che nessuna fonte alternativa potrà rimpiazzarli da sola. Il nostro approccio è quindi di ricercare un mix di strumenti, ciascuno dei quali rappresenta una parte della soluzione. Ricordiamo le energie rinnovabili che per noi sono prioritarie, il nucleare e, soprattutto, il risparmio energetico: in tutti i Paesi Ue, pure in Italia, sono possibili economie sostanziose a costo zero».

* Che cosa pensa del ritorno al nucleare in Italia o in altri Paesi europei?

«Il nucleare è importante nella lotta contro il cambiamento climatico. Pertanto suscita un crescente interesse in molti Paesi europei. La Commissione guarda con favore a questi sviluppi, pur nel pieno rispetto della facoltà di ciascuno di scegliere le fonti energetiche che considera le più adatte. Occorre lanciare un dibattito approfondito e obiettivo. Per questo abbiamo costituito un forum dove si confrontano operatori e opinioni».

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