Aumenteranno le tasse. Perché
Il Dpef approvato dal governo, diversamente dall’irresponsabile trionfalismo di Prodi e nel silenzio della grande stampa impegnata a cantare le gesta del super eroe Veltroni, rappresenta una minaccia per il futuro dell’Italia.
Ancora una volta, un ministro dell’economia come Padoa Schioppa, dimentico dei suoi trascorsi nelle istituzioni europee, si piega ai voleri del governo: ai condizionamenti della sinistra estrema e nello stesso tempo all’impotenza della cosiddetta sinistra moderata. Si replica così la logica della sciagurata legge finanziaria, con più spesa pubblica, più tasse e rinvio delle riforme, più l’incognita costituita da come si intende cambiare il sistema pensionistico.
Una pesante eredità per chiunque governerà nel prossimo futuro.
Ad una attenta lettura, infatti, ci si rende conto che questo documento, che, per altro non è veritiero, implica, comunque, per il 2009 e il 2010 ed il 2011 notevoli operazioni correttive.
Il Dpef per il 2008-2011 al di là della cosmesi mostra uno sbandamento dei conti e un eccesso di pressione fiscale.
Il Dpef sottintende una cospicua manovra correttiva per il 2008 tutt’altro che indolore.
La pressione fiscale è destinata, in questa ipotesi, ad accrescersi. Ed è probabile che salteranno anche i parametri di riduzione del deficit e del debito che vengono presentati a Bruxelles e che già lasciano insoddisfatta la Commissione europea.
Per quanto riguarda l’Ici invece si prevede una massiccia revisione delle rendite catastali, contemplando anche un catasto patrimoniale. Nel campo della tassazione delle imprese, si prevede una riduzione di aliquote, compensata da un ampliamento della base imponibile sulla base del “rapporto Biasco”. Si può concludere osservando che questo Dpef rivela una incapacità dell’attuale governo a proseguire nella linea di risanamento che stava emergendo nel 2006, in quanto sopraffatto da massimalismo, populismo, confusionismo.
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