Il tenue filo che teneva Francesco Storace legato ad Alleanza nazionale si è spezzato. L’uomo che ha accompagnato Gianfranco Fini attraverso le varie stagioni della sua crescita politica, ha messo fine alla sua fase critica. E ha staccato la spina lanciandosi nel suo nuovo progetto: una costituente della destra. Il simbolo della nuova formazione politica esiste già ed è costituito da un cerchio diviso in due campi da una linea orizzontale bianca sulla quale compare la scritta «la DESTRA». Blu in alto, tricolore in basso, con una mano che regge la fiaccola che parte dal campo verde e arriva fino al bordo superiore.
Una creatura di cui bisognerà valutare la capacità di aggregazione visto che alcuni dei principali indiziati a far parte della nuova avventura hanno frenato e hanno deciso di non seguire l’ex governatore del Lazio. All’appello manca, ad esempio, Daniela Santanchè che ieri ha incontrato Gianfranco Fini in un rendez-vous sollecitato dallo stesso presidente di An. Così come non compaiono nella lista degli scissionisti alcuni ex storaciani di ferro come Carmelo Briguglio, Laura Allegrini, Alessandro Foglietta e Giulio Conti.
Storace, insomma, dovrà verificare sul campo la consistenza del suo esercito, puntando anche sul rapporto di stima e di amicizia con Silvio Berlusconi (che l’ex governatore ha già indicato come leader indiscusso del centrodestra e che ha incontrato quattro mesi fa). Nel frattempo continuerà il suo percorso politico senza rinnegare il passato. Rimarrà, infatti, nel gruppo parlamentare di An, sia pure come indipendente. E cercherà di allargare i confini della sua creatura. La tessitura è gia iniziata. Il segretario della Fiamma tricolore, Luca Romagnoli, ha già fatto sapere che «qualcosa si muove e prospettive interessanti si materializzano» anche se nessun accordo è stato siglato. Mentre nel progetto ci sarà senz’altro l’eurodeputato e grande portatore di voti siciliani, Nello Musumeci. Freddezza arriva, invece, da Alessandra Mussolini.
Quel che è certo è che tra Gianfranco Fini e Francesco Storace si è interrotto anche e soprattutto il rapporto umano. L’ultimo incontro risale a un pranzo di quattro mesi fa. Un’occasione in cui i compagni di tante battaglie presero atto che la distanza tra loro risultava incolmabile. Da allora il silenzio tra i due è stato rotto in una sola occasione: quando venne resa nota l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex governatore del Lazio. Una telefonata di solidarietà umana che venne molto apprezzata dall’ex ministro della Salute. Fini, peraltro, in vista dell’Assemblea nazionale del prossimo 28 luglio avrebbe voluto procedere a un gesto di ricucitura, respingendo le dimissioni dall’Assemblea, presentate da Storace il 29 maggio scorso. Un attestato di stima certo non dettato da sensi di colpa. Il leader di An, infatti, ritiene di non doversi rimproverare nulla e di aver fatto tutto il possibile per il suo ex portavoce, accontentandolo più volte nella sua carriera politica attraverso la candidatura alla Regione Lazio, il via libera alla sua lista «personalizzata» e la sua nomina a ministro della Salute. Fini, insomma, non si volta indietro e vuole continuare nel suo percorso verso quella destra liberale rappresentata in Europa da Nicolas Sarkozy. Francesco Storace, invece, non vuole che la sua immagine politica venga sovrapposta in tutto e per tutto a quella di Jean-Marie Le Pen. E dovrà lavorare, con la consueta testardaggine, per ritagliarsi un abito politico a misura.