Visco fa l'arrogante
Dieci, cento, mille Visco. Il viceministro dell’Economia avrebbe il dovere di dimettersi per la vicenda della Guardia di Finanza, ma la verità è che sarebbe proprio un peccato veder uscire dal pacchetto difensivo della squadra di governo un giocatore tanto prezioso (per il centrodestra), visto che gli autogol sono la sua specialità.
Fischiato dai lavoratori autonomi e ormai sull’orlo di una crisi di nervi, a Genova se l’è presa con i giornalisti, in particolare con i cronisti del Secolo XIX: “No, con voi non parlo, perché mi siete antipatici”. Il suo nervosismo ha contagiato anche la scorta: “Non permettetevi di avvicinarvi al ministro, altrimenti vi sbattiamo fuori”. Ma perché tanta acrimonia nei confronti di un quotidiano locale, non certo imputabile di simpatie verso la destra?
Niente di meglio, per saperlo, che riferire quanto scrivono oggi i cronisti del quotidiano genovese, sotto accusa perché “non scrivono quello che lui vorrebbe”. Ecco i fatti.
“Tutto nasce nel marzo scorso quando il Secolo XIX viene a conoscenza di una circostanza: Visco e Bersani hanno fondato un’associazione (Nens) che ha sede in viale Angelico 163 a Roma. L’appartamento è di proprietà della famiglia Spitz, di cui fa parte la signora Elisabetta, nominata alla direzione del Demanio dallo stesso Visco (e moglie di Follini)”.
Dubbi di opportunità, ma soprattutto “non si riesce a trovare la denuncia del contratto, che sarebbe obbligatoria”. E poiché “non si può accettare nemmeno il dubbio che il viceministro che chiede agli italiani di pagare le tasse possa aver ottenuto un appartamento in nero o, peggio, gratis dai familiari di una sua dipendente”, ecco che il cronista telefona al ministro. Di questa telefonata, il Secolo XIX fornisce la registrazione: A che titolo occupate l’immobile? “Affitto…non permettetevi di scrivere più su questa storia”. "Signor ministro, se lei ci fornisse gli estremi del contratto, noi non avremmo motivo di scrivere una riga…Silenzio, poi “a questa richiesta il ministro risponde sbattendo il telefono in faccia al cronista”.