Evviva il «Guardian» che ha ridicolizzato i rockettari ecologisti di Live Earth calcolando la quantità spaventosa di inquinamento prodotto dal loro megaconcerto così come dai loro abituali stili di vita. Ma naturalmente è certissimo che tutta la comunità musicale pop continuerà ad agitare la bandiera dell'ecologismo così come quella del pacifismo, del terzomondismo, dell'antiproibizionismo, del gaypridismo, ecc. Sa bene, infatti, che sono questi i temi del finto anticonformismo di massa (giovanile e non) che le procurano platee e quattrini. Nel che si manifesta un mutamento storico importantissimo: vale a dire che fino agli Anni 60 l'intrattenimento popolare e di massa, specie musicale, aveva per lo più un inconfondibile tono «d'ordine», sentimentale e piccoloborghese; da allora, invece, esso gronda istintualità ed eccesso, è obbligatoriamente progressista e trasgressivo, quando non gioca al sovversivo. Ernesto Galli della Loggia - dalla rubrica Il Calendario del Corriere della sera