"Prodi indagato a Catanzaro"
Il sito on line di "Panorama" rivela che il presidente del Consiglio Romano Prodi sarebbe iscritto sul registro degli indagati dalla procura di Catanzaro: reato ipotizzato, l'abuso d’ufficio. Per la procura si tratta di un atto dovuto, anche a tutela delle garanzie della difesa, che permetterà di chiarire i rapporti tra il premier e altri personaggi sotto inchiesta per la cosiddetta loggia di San Marino. Premier che, afferma di non aver ancora ricevuto alcun avviso e di essere totalmente estraneo ai fatti. Mentre "Panorama" conferma quanto scritto "riga per riga, anche il titolo di reato che è abuso d'ufficio", dice il vicedirettore Paolo Madron.
Eurotruffe e loggia di San Marino «Da mesi - si legge nella notizia diffusa dal sito di "Panorama" Mondadori - il sostituto procuratore Luigi De Magistris sta indagando su un presunto comitato d’affari che, sull’asse San Marino-Bruxelles, si sarebbe arricchito incassando finanziamenti dell’Unione europea in modo illegale.
Uomini vicini al premier Al centro dell’inchiesta, oltre a numerose società sospette, ci sono alcuni uomini considerati dagli inquirenti molto vicini a Prodi e che sono già stati iscritti sul registro degli indagati per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Come l’onorevole Sandro Gozi, ex funzionario dell’Unione europea, già ’assistente politicò di Prodi a Bruxelles e attualmente suo sostituto in commissione Affari Costituzionali della Camera». Secondo "Panorama", «per De Magistris uno degli uomini chiave a San Marino sarebbe, invece, un’altra vecchia conoscenza del Professore: Piero Scarpellini, 57 anni, impiegato in una società con sede nella Repubblica del Monte Titano e definito dal pm nel decreto di perquisizione "consulente di Prodi" ("consulente non pagato dell’ufficio del consigliere diplomatico della presidenza del Consiglio per i paesi africani", ha precisato di recente palazzo Chigi)».Il giallo di un telefono «I personaggi in questione - prosegue la notizia del settimanale - sarebbero tra i principali interlocutori dell’utenza telefonica 32074... intestata alla Delta spa e che De Magistris ipotizzerebbe essere riconducibile al ’presidente del Consiglio dei ministri, o a qualche diretto collaboratore del suo staff’. Adesso la procura vuole capire se ci sia un nesso tra la perfetta conoscenza da parte dell’entourage del premier della macchina comunitaria e di tutti i suoi ingranaggi (Prodi è stato presidente della commissione dal 1999 al 2004) e le presunte truffe euromilionarie ai danni dell’Unione europea». «Gli inquirenti - scrive ancora il sito di "Panorama" - non escludono che il Professore fosse all’oscuro delle operazioni sospette realizzate intorno a lui e sulla cui illegalità gli investigatori avrebbero già trovato nelle ultime settimane riscontri, documentali e testimoniali». «Dall’inizio dell’inchiesta uno degli strumenti investigativi più utilizzati dall’accusa sono stati i tabulati telefonici. Ora, per poter valutare la posizione dell’onorevole Prodi - conclude il settimanale - gli inquirenti potranno chiedere l’autorizzazione al Parlamento per l’acquisizione del traffico telefonico del premier, in base alla legge numero 140 del 20 giugno 2003».
Il Professore: totalmente estraneo ai fatti «Ho appreso poco fa dal sito internet del settimanale Panorama di essere stato iscritto sul registro degli indagati dalla procura di Catanzaro. Pur non avendo ricevuto alcun avviso di garanzia o informazione al riguardo, non posso che testimoniare - come sempre - la mia totale fiducia nel lavoro dei magistrati che hanno voluto tutelare la mia persona». Così in una nota il presidente del consiglio, Romano Prodi commenta la notizia, ribadendo di essere "totalmente estraneo ai fatti".
Berlusconi: "Spero ne esca presto con onore" «Auguro di cuore a Prodi di uscire presto e con onore da questa situazione»: questo il messaggio che Silvio Berlusconi, leader della Cdl, ha voluto mandare da Lucca, dove si trova per festeggiare la vittoria delle amministrative, al presidente del Consiglio Romano Prodi.