Hai aperto l'intera News con il titolo:
 DIMOSTRATIVO E INCONSISTENTE: IL DDL SUI COSTI DELLA POLITICA NEMMENO TOCCA GLI SPRECHI PIU’ ALLARMA Data: 19/07/2007
Appertiene alla sezione: [ Il commento del giorno ]
di MARIO CALIGIURI

NON CI VOLEVA la lampada di Aladino. Avevamo facilmente anticipato che il provvedimento del Governo sui costi della politica sarebbe stato dimostrativo ed inconsistente. Come sempre si parte dalle cose serie: dal taglio dei cellulari e dal livello istituzionale più basso. Ovviamente restano intonsi i capitoli di spesa maggiori: il numero dei deputati e senatori, quello dei membri del governo, le pensioni degli onorevoli parlamentari, il numero dei dipendenti ed i costi dei palazzi del Potere, i cui bilanci sono riservati e la cui autonomia amministrativa è prossima all’arbitrio feudale. Il resto è il porto delle nebbie. NON SI CAPISCE quali comunità montane restino e quali vengano soppresse: ma non si dovevano eliminare tutte? Non si comprende quali siano gli enti doppioni e con quali modalità verranno smantellati. Si riducono da 7 a 5 i consiglieri di amministrazione: ma non ne basterebbe uno solo che facesse l'amministratore delegato? Le pensioni vengono toccate ma quelle, udite udite, dei consiglieri regionali (la cui competenza attiene alle regioni e voglio davvero vedere cosa faranno) e, a leggere i giornali, anche quelle dei consiglieri provinciali e comunali (che non mi sembra abbiano diritto a vitalizi pensionistici alla fine del mandato). Sulle auto di servizio c’è una dimostrazione di buone intenzioni ma nessun riscontro concreto: per esempio, in quale ente ci sarà un’auto in meno? LA CURA DIMAGRANTE riguarderà i consigli di circoscrizione, che saranno operanti solo nelle città con più di 250 mila abitanti, mentre in quelle dai 100 mila in sù possono essere istituiti solo a titolo "gratuito". E' facile prevedere, con la fantasia italica, cosa ci si inventerà. Si riduce il numero dei consiglieri comunali, i cui costi sono ridicoli, in quanto la maggior parte dei municipi non ha più di 15 mila abitanti. Viene limato il numero dei consiglieri provinciali, mentre gli italiani a gran voce chiedono la totale soppressione di questi enti intermedi Viene poi declamata l’acqua calda. Un architetto che fa l’assessore non può avere incarichi dal Comune che amministra: ma non è già contro legge? Le concessionarie di servizi pubblici non possono finanziare i partiti ufficialmente: vale anche per chi fitta a costi stratosferici i palazzi della Camera? Poi c’è la perla: non possono essere confermati quegli amministratori che per tre anni presentino un bilancio in perdita delle aziende pubbliche: ma non dovrebbero essere subito presi a calci?Bisogna consentire di fare ancora altri danni? NON C’È che dire: sono stati davvero accorti per non intaccare di una virgola nessuno dei privilegi che contano. Non a caso, la presunta "dieta" non sfiora i santuari ministeriali, nè quelli quirinalizi e parlamentari. Addirittura si ipotizzano anche gli importi di questi presunti risparmi: un miliardo e 300 milioni di euro. «A regime» con delicatezza si precisa, quando tutto è più aleatorio del clima di marzo. Si attendono decreti legislativi, concertazioni con regioni e comuni (che hanno disertato l’ultimo incontroin aperta contestazione alle politiche governative sulla finanza pubblica, cosa mai successa nella storia della Repubblica) e, soprattutto, ci si affida – con la consueta saggezza – al buon cuore degli stessi beneficiari. Si vede lontano un miglio che si sono dovuti occupare, e con evidente fastidio, del problema dei costi della politica per fare fronte ad una legittima indignazione popolare. Altrimenti avrebbero continuato a fare orecchie da mercante. Il loro punto di vista è chiaro come il sole: bisogna fare passare la nottata. E poi questi "moralisti" dell’antipolitica dove vogliono andare? Diceva Stalin: «Quante sono le armate del Papa?». Sono convinti della loro impunità e vanno avanti con arroganza, ritenendo che gli italiani siano imbecilli e continueranno a sopportare una classe politica incapace, che non risolve i problemi e che non affronta nessuna delle grandi questioni poste dalla globalizzazione: la competitività, l'emergere delle economie asiatiche, l'immigrazione, il contrasto ai signori planetari del crimine. Per non dire dei temi nazionali, che vanno dalle pensioni agli aiuti alle famiglie, dalle infrastrutture ai rifiuti. Quello che ancora in molti secondo noi non hanno capito, neanche giornalisti importanti e attenti, è che è proprio il costo della politica a contribuire in modo decisivo nella selezione, a livello centrale e regionale, di una classe politica assolutamente inadeguata ad affrontare i grandi temi del Paese. Gli italiani più responsabili non possono più permettersi il lusso di stare a guardare, perché se la Nazione affonda si salvano soltanto i politici e qualche sodale. E tutti gli altri dobbiamo soccombere per colpa loro? Non possono più propinarci né lenzuolate e né sforbiciate.

  << Ritorna alle News

  - Regione Puglia
  - Gazzetta del Mezzogiorno
  - Corriere della Sera
  - Portale delle libertà
  - Potere Sinistro
  - Governo
  - Parlamento
  - Il Foglio
  - Il Giornale
  - Libero
  - Panorama
  - Avvenire
  - Vatican News
  - Baribyday
  - Destra Torittese
  - Luciano Lomangino
  - Sole 24 Ore
  - L'occidentale
  - Repubblica