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 IL "PRIMATO" DELLA PUGLIA Data: 06/08/2007
Appertiene alla sezione: [ Opinione ]
La settimana appena trascorsa ha visto la stampa dedicare ampi titoli alla Puglia, da quelli per i tragici fuochi che hanno incendiato le spiagge del Gargano, da Vieste a Peschici, a quelli che hanno messo in risalto che i due presidneti pugliesi per eccellenza, cioè il presidente della Giunta Regionale e il presidente del Consiglio Regionale sono i meglio pagati d'Italia. Quale delle due notizie abbia più angosciato i pugliesi è difficile stabilire. Certo, gli incendi del Gargano sono stati occasione per ripensare sia alle poche virtù civili di taluni se è vero, come è molto probabile, che gli incendi sono tutti di origine dolosa, sia alle cattive abitudini delle autorità che fanno le leggi e si dimenticano di attivarle. Secondo Bertolaso, il capo della Protrezione Civile italiana, in Puglia le strutture della Protezione Civile esistono sulla carta. E di esse se ne parla solo dopo eventi tragici che fungono da denotatore momentaneo, puntualmente disattivato quando l'emergenza finisce. Seciondo la lewgge nazionale, ripresa da normativa regionale, in ogni Comune dovrebbe esistere un ufficio e un piano della Protezione Civile, quest'ultimo da aggiornare periodicamente. Sfidiamo qualsiasi Comune a mostrare il proprio puntualmetne aggiornato come prevede la normativa vigente. All'indomani del terremoto di San Giuliano di Puglia - novembre 2002-, scoprimmo che il Comune di Toritto non aveva aggiornato il proprio piano di Protezione Civile dal 1994 e quando ciò fu segnalato alla Prefettura di Bari, preposta per legge a coordinare gli uffici della Protezione Civile della provincia, non ci fu nessun ufficio che mostrò alcun interesse alla segnalazione, in una parola se ne infischiarono. Stessa cosa alla Regione, dove pure funziona un apposito Comitato affidato ad un responsabile politico oltre che ai soliti funzionari che percepiscono lauti stipendi. Appunto come quelli che percepiscono i due presidenti, Niki Vendola, comunista non pentito e Pierino Pepe, ex democristiano di lungo corso, ormai pentito. Secondo i dati pubblicati dalla stampa i due percepiscono stipendi netti che si aggirano intorno ai 19 mila euro mensili, qualcosa come 38 milioni di vecchie lire al mese, come si vede poco più delle pensioni che percepiscono i pensionati italiani con le pensioni al minimo recentemente aumetnate di 35 euro al mese! Nessun altro amministratore di Regione, compresa le grandi regioni conme la Lombardia, la Sicilia, l'emilia Romagna, percepiscono tali omolumenti, sebbene anch'essi non scherzano, ponendosi tutti in buona posizione nella classifica di quella "casta" di cui ha parlato nel suo libro Gianantonio Stella. Orbem da chi percepisce tali ingenti somme di danaro, ci si dovrebbe aspettare una attenta e scrupolosa diligenza nella attività amministrativa. Invece, complici gli incendi di Peschici, abbiamo dovuto scoprire che nonostante tali laute indennità che anche ministri di Paesi di antica demiocrazia si sognano, i nostri non sono neppure capaci di far funzionare gli uffici regionali come esis stessi hanno previsto che debbano funzionare con le leggfi che essi stessi hanno approvato. Sembra uno scioglilingua ma è la verità, amara e sconsolante. E non sono mancati i palleggiamenti. Entrambi i presidenti, Vendola e Pepe, ci hanno tenuto a dire che le cirfre erano state deliberare durante il precedente govenro di centrodestra. E' vero! Ma, premesso che le cifre furono votate alla unanimità, compreso Pepe e il partito di Vendola - chi impediva loro, uomini del popolo, di cambiare quelle cifre e di ridurle a numeri meno sbaklorditivi? Ma in questo caso avremmo perduto l'unico primato, insieme agli incendi dolosi, che la Puglia può vantare.

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