Si sono conclusi a Modena,nel Duomo della città natale del grande tenore, i funerali di Luciano Pavarotti, spentosi a 71 anni lo scorso giovedì dopo una lunga malattia. Nel Duomo, gremito di autorità, presenti Prodi, Rutelli, il ministro Parisi, il sindaco di Modena, i sindaci di tante città emiliane, l'ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, ed esponenti del mondo dello spettacolo e della lirica, dinanzi ai familiari di Pavarotti, la moglie Nicoletta, le figlie, la prima moglie Adua, la sorella, il vescovo di Modena ha celebrato le esequie e al momento della omelia ha ricordato con parole intrise di profonda commozione l'opera e la vita del più grande tenore di tutti i tempi, elogiandone la profonda umanità e l'attaccamento ai valori della lealtà e dell'amicizia. Breve ma altrettanto toccante l'orazione funebre del presidente del Consiglio Prodi che ha rivolto a Pavarotti, "grande ambasciatore d'Italia nel mondo", il grazie della Nazione, in ideale continuità con le parole che ieri aveva pronunciato il Capo dello Stato on. Napolitano il quale aveva dichiarato che "PAVAROTTI HA ONORATO L'ITALIA, IO VENGO A RENDERGLI L'ONORE DELL'ITALIA". Al termine della funzione, durante la quale sono state suonate musiche sacre e riprodotto un duetto canoro di Pavarotti e del padre Fernando in quello stesso Duomo, la salma di Pavarotti è stata accolta sul sagrato della Chiesa dagli applausi scroscianti della gente di Modena, mentre risuonava l'aria del celebre "Nessun dorma" cantata da Pavarotti e nel cielo sfrecciavano le Frecce Tricolori a rendere l'ultimo toccante e tricolore saluto a questo "grande italiano" il cui ricordo ci accompagnerà per sempre. Addio "big Luciano".