UN ALTRO SCANDALO SI ABBATTE SULLA UNIVERSITA' DI BARI
Fino ad 8mila euro per frequentare un corso di preparazione al test, e poi fino a 30mila se l’esame veniva effettivamente superato. Tanto poteva costare,la prova di ammissione alla facoltà di medicina e odontoiatria nelle università di Bari, Ancona e Chieti, dove alcuni finanzieri si sono "infiltrati" tra gli studenti per poter verificare di persona quanto emerso dall’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Bari sui test truccati. Il particolare è emerso nel corso di una conferenza stampa che il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, ha tenuto questa mattina con il nucleo di PT della Guardia di Finanza di Bari per illustrare l’operazione "Ippocrate" nell’ambito della quale risultano indagate 7 persone. Dei 7, 6 sarebbero baresi e uno di Ancona e nell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Francesca Romana Pirrelli, ci sarebbe anche un docente che avrebbe svolto, previo compenso, "lezioni propedeutiche" ad un gruppo di 50 aspiranti matricole.
L'organizzazione dei "gruppi di ascolto" In realtà, secondo la Procura, si tratterebbe di una vera e propria organizzazione dotata di cosiddetti "gruppi di ascolto" che avrebbero fornito le soluzioni ai test in tempo reale durante le stesse prove di preselezione universitaria, il 4 e 5 settembre, attraverso l’uso di telefonini ultrapiatti nascosti nelle zone intime o attraverso auricolari. I partecipanti alle preselezioni, secondo la Procura, erano tutti vestiti con abiti degli stessi colori, bianco e nero, per potersi riconoscere durante i test di ammissione ed avrebbero comunicato con l’esterno, o con alcuni componenti del "gruppo d’ascolto", anch’essi iscritti alle prove per fornire le risposte esatte a chi aveva pagato per partecipare al corso di formazione, organizzato ad hoc, a Polignano a Mare (Bari).
Implicato personale dell'ateneo pugliese Dalle indagini che hanno interessato il periodo 2002/2006, secondo la Finanza, è anche emerso una sorta di collegamento con il personale interno, amministrativo e docente ad eccezione dell’Ateneo di Bari, "dove - ha sottolineato con apprezzamento il procuratore Marzano - è stata posta in essere qualsiasi misura atta ad un corretto svolgimento dei test e per evitare questi imbrogli. L’unica cosa che mi tranquillizza e che l’Università non c’entra, ma bisognerà ripensare i test". "Tranquillo" si è detto anche il Rettore dell’Ateneo barese, Corrado Petrocelli, che questa mattina è stato ricevuto dal Procuratore di Bari prima dell’incontro con la stampa. "Avevamo blindato i test di preselezione in ogni modo e con ogni mezzo", ha detto uscendo dal Palazzo, ma non è bastato. Sequestrati i test svolti La Guardia di Finanza ha sequestrato tutti i 1821 test del 4 e 5 settembre presso il Consorzio interuniversitario Cineca di Casalecchio di Reno (Bologna) e ha eseguito registrazioni filmate, foto, ed effettuato pedinamenti durante le prove con l’ausilio di una ventina di militari. Dalle indagini, ancora in corso, spuntano dei dettagli significativi e sconcertanti: per ogni studente, ad esempio, era iscritta almeno un’altra persona incaricata di aiutarlo direttamente o di comunicare all’esterno il contenuto del questionario ottenendo le risposte giuste da due differenti "sale operative", al di fuori dell’Università, attraverso sms o telefonate sui cellulari. Le schede telefoniche erano state sostituite poco prima delle prove, per evitare il rischio di intercettazioni, ed intestate a cittadini stranieri, anziani, etc. Ma alcuni componenti dei "gruppi di ascolto" avrebbero anche portato all’esterno delle aule i questionari per consegnarli ad altre persone che, a bordo di scooter, le avrebbero recapitate nelle "sale operative" dell’organizzazione.
A Catanzaro indagini sulla sottrazione dei modelli La situazione non migliora a Catanzaro, dove si indaga sulla sottrazione di modelli dai plichi inviati all’Università Magna Grecia per lo svolgimento dei test di ammissione ai corsi a numero chiuso gestiti dalla facoltà di Medicina. Sulla presunta sottrazione sta indagando il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio, che sta esaminando gli atti per accertare dove ed a che scopo siano stati sottratti alcuni dei test che sono stati inviati all’ateneo del capoluogo calabrese. L’ipotesi che viene fatta, che attende comunque riscontro dall’esito delle indagini, è che i documenti siano stati sottratti per fare conoscere a qualcuno in anticipo le domande contenute nei test di ammissione. Proprio nell’Università di Catanzaro, tra l’altro, secondo quanto è emerso dalle indagini, ci sarebbero stati quattro casi di massimo dei voti nell’effettuazione dei test di ammissione rispetto ai sette registrati in tutta Italia. Una percentuale che si ritiene eccessiva e che proprio per questo fa ipotizzare presunte irregolarità. Dagli accertamenti effettuati, inoltre, è emerso che il numero di modelli per il test di ammissione contenuti nei plichi sarebbe inferiore a quello che avrebbe dovuto essere inviato e che era dichiarato nel verbale di consegna. Nei prossimi giorni il sostituto procuratore Curcio potrebbe chiamare a deporre, nell’ambito dell’inchiesta, alcune persone informate dei fatti.