Il "bene comune" sarebbe per esempio il Piano Regolatore. Sono passati 9 mesi dall'ultima "estrernazione" dell'esternatore principe di questo paese, il buon Geronimo, senza che alle esternazioni siano seguiti i fatti. Nove mesi fa - abbiamo atteso nove mesi giusto per vedere cosa avrebbe mai partorito la "gestante" Geronimo - costui fece affiggere sui muri del nostro paese un manifesto nel quale dichiarava che si era accorto - dopo averlo esaltato per sette anni - che il nostro piano regolatore era uno strumento superato, inutile, inefficace e che perciò bisognava "riformularlo" - con il concorso delle opposizioni - senza peraltro spiegare in cosa avrebbe dovuto consistere la sollecitata "riformulazione". Naturalmente, del concorso della opposizione,dopo che questa, cioè il Tavolo di concertazione del centrodestra (FORZA ITALIA, UDC, DESTRA POPOLARE, DC PER LE AUTONOMIE, DESTRA TORITTESE) ebbe fatto conoscere le sue condizioni - POLITICHE - per concorrere alla "riformulazione" del piano, non se ne è parlato più e dopo una riunione a metà strada tra il grottesco e il burlesco di tecnici locali che intendevano la "rifomulazione" solo come occasIone per "aggiustare" qualche piccolo problemino personale - marciapiedi, sporti etc, etc,) del piano regolatore e della sua "riformulazione" non se ne è saputo più nulla. Nemmeno quelli che discutono dei massimi sistemi dall'alto della loro presunT e non acceertata conoscenza della materia, si avventurano più, tra una fiaccolata e l'altra, nè in pubbico nè in privato, a dissertare su trasferimenti di cubature, compensazioni di aree, e altre amenità del genere. Insomma le nebbie hanno avvolto il problema, il quale, tanto per incominciare, avrebbe dovuto, al di là delle esternazioni più o meno da circo equestre di Geronimo, essere oggetto di un documento formale della Giunta che, previo relazione dell'uffico competente, avrebbe dovuto individuare la problematica, indicare un percorso, fornire indirizzi prima di affidare un foramale incarico di "riformulaizone" o "rivisitazione" che dir si voglia ad un tecnico, intenro o esterno, del piano regolatore generale. Ad oggi, nessun atto del genere è stato varato dalla Giunta che certo può farlo anche domani mattina ma resta il fatto che nel frattempo sono trascorsi nove mesi, comunque perduti, perduti per la città, per i cittadini, per gli operatori e gli imprenditori, insomma...perduti. E non basta. A questo ritardo se ne aggiunge un altro. La proposta di "riformulazione" del piano regolatore è stata conseguenziale al PAI, il piano di assetto idrogeologico varato dall'Autorià di Bacino della Puglia, che ha rilevato sul nostro territorio lame a rischio idorgeologico che hanno compromesso sei o sette comparti del PRG. Come abbiamo più volte spiegato, le preascrizioni del PAI non costituiscono un divieto di edificazione ma un obbligo a realizzare opere di salvaguardia idralica da realizzarsi con finaziamenti regionali, nazionali e comunitari, anche in solido con altri comuni nel caso di coinvolgimento nella stessa "lama". Non ci risulta che nelle more di provvedimenti relativi alla cosiddetta riformulazione del PRG, mai assunti, lo ripetiamo, siano state avviate procedure per realizzare, d'intesa con l'Autorità di Bacino, studi di massima relativi ai rischi idrogelogici evidenziati nel nostro territorio e sulla scorta di questi avanzare richieste di finanziamento come invece è accaduto - confrontare la Gazzetta del Maezzogiorno - in altri comuni più diligenti e più attenti del nostro. Ma invece che a queste problematiche, l'amministrazione comunale è invece preoccupata di "occupare" altre caselle (nuovo contratto di formazione e lavoro per u geometra), secondo un metodo che ricorda da vicino la DC, la peggiore Dc, quella i cui resti ieri sera si sono dati appuntamento con i resti di quello che fu il PCI per dare vita , insieme, al peggior parto programmato di una nuova consorteria consociativa che si chiamerà, se nascerà, partito democratico. E intanto il "bene comune" va in malora.