Senza inceneritori siamo stati letteralmente seppelliti dall’immondizia in estate. Senza centrali e rigassificatori, rischiamo di restare al buio in casa e di fermare le fabbriche per mancanza di energia. È l’Italia del governo Prodi, è l’Italia ostaggio di un ambientalismo estremista e ottuso che sta al governo e che vuole portare indietro l’orologio del progresso.
L’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti, ha lanciato un preoccupato e preoccupante allarme: ci sono pericoli di black-out e i gasdotti rischiano di rimanere a secco, perché non è stato fatto un solo passo avanti nella realizzazione di infrastrutture. Rigassificatori messi in discussione, centrali che non si fanno (esemplare il caso dell’impianto a carbone di Civitavecchia).
Ma c’è di più e di peggio. Verdi e sinistra radicale si mettono di traverso anche alle richieste degli enti energetici di aumentare lo stoccaggio in impianti esistenti. E’ accaduto che l’Eni ha chiesto l’autorizzazione temporanea ad aumentare la riserva di metano nell’impianto di Settala, vicino a Milano. Prima di questo governo l’autorizzazione veniva data rapidamente dal ministero dell’Industria. Ma ora la competenza è passata all’Ambiente, dove il grillo parlante (come se uno non bastasse) Pecoraro Scanio pretende la Valutazione di impatto ambientale, con il risultato che tutto è fermo, in mano a una macchinosa burocrazia.
Bersani si agita (in ritardo), chiede che Regioni ed enti locali che si mettono di traverso alla realizzazione di nuovi impianti “paghino il danno” con l’applicazione di disincentivi. Un meccanismo certo virtuoso, ma che fa a pugni con l’urgenza black-out e le immaginabili resistenze dei Verdi. L’inverno è alle porte e la straordinaria contraddizione è che anche Pecoraro Scanio dovrà fare il tifo per l’effetto serra. Soltanto una stagione mite, infatti, è in grado di allontanare i rischi di lasciare gli italiani al buio.
Se succederà, sanno chi devono ringraziare.