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 FORZA ITALIA INSOSTITUIBILE, LETTERA DI BONDI A LIBERO Data: 15/09/2007
Appertiene alla sezione: [ Il commento del giorno ]
Il coordinaotore nazionale di Forza Italia in una lettera al quotidiano Libero delinea il futuro di Forza Italia. ECCO IL TESTO DELLA LETTERA

"Gentile direttore,
ho letto come sempre con interesse e attenzione gli articoli che negli ultimi giorni il Suo giornale ha dedicato al futuro di Forza Italia e del
centrodestra. O meglio, mi correggo: del futuro del centrodestra, perché secondo la ricostruzione del seminario di Gubbio fatta da Gianluigi Paragone Forza Italia sarebbe ormai arrivata al capolinea della sua esperienza politica perché, come una bottiglia di acqua sgasata, non produrrebbe più bollicine. Tanto che l’intervento conclusivo tenuto dal presidente Berlusconi sarebbe stato nientemeno che l’elogio funebre di un partito allo sbando, diviso in faide tra clan e divenuto una specie di treno che si prende in corsa per fare i propri affari e poi scendere alla prima stazione utile. Una sconcertante rappresentazione tra l’apocalittico e il grottesco.

Devo dire che sono rimasto molto sorpreso dai toni liquidatori con cui il Suo giornale sta trattando una forza politica che raccoglie il consenso della maggioranza relativa degli italiani e che, con l’ultima stagione congressuale, ha completato il suo radicamento territoriale in migliaia di Comuni superando i 400mila iscritti, una quota irraggiungibile in questo momento per qualsiasi altro partito italiano. Alla base di questi risultati c’è il duro lavoro politico svolto, al centro e in periferia, dal gruppo dirigente nazionale, dai coordinatori regionali, provinciali e comunali, dai parlamentari e da un numero crescente di militanti, molti dei quali giovani, che hanno contribuito ad allargare i consensi e a far sì che Forza Italia non fosse più solo Silvio Berlusconi, ma anche un partito che sa assumersi responsabilità e camminare sempre di più con le proprie gambe.

Io a Gubbio ho ascoltato il discorso di Berlusconi e, più che un elogio funebre, mi è sembrato un riconoscimento ai meriti del partito e una
sollecitazione a rimboccarci le maniche per affrontare al meglio una campagna d’autunno che potrebbe rivelarsi decisiva per le sorti della
legislatura. Certo, come dice Paragone, in politica come nella vita “panta rei”, ma il presidente ha tenuto a puntualizzare che Forza Italia non è una palude, ma “il grande fiume del rinnovamento che non deve temere gli affluenti”. Che l’aspirazione di Berlusconi sia quella di lasciare come eredità politica al Paese il grande partito dei moderati non è una novità su cui imbastire improbabili scoop giornalistici: lo ha infatti scritto e motivato in un libro uscito alcuni anni fa (Silvio Berlusconi, Verso il Partito della Libertà, Mondadori).

Ma a Gubbio il presidente ha precisato bene i modi e i tempi di un’operazione di portata talmente storica da non poter essere svilita dai tatticismi, dai rampantismi e neanche dalle resistenze corporative di chi dovesse temere per il suo futuro politico. Berlusconi ha dunque indicato chiaramente la strada: consolidamento di Forza Italia, perché non si può prescindere da un partito che vale più del 30 per cento sul mercato elettorale, avvio del percorso unitario con la fusione graduale dei gruppi parlamentari, realizzazione di una federazione come necessaria tappa intermedia rispetto all’apertura di una vera e propria fase costituente del grande partito della libertà da federare successivamente con la Lega Nord sul modello Cdu-Csu. Mi permetto di dubitare che tutto questo possa avvenire in questa legislatura, anche perché l’auspicio è che si tratti di una legislatura breve.

Ho troppa stima di Lei e del Suo giornale, gentile direttore, per derubricare le informazioni in vostro possesso a mere fantasie settembrine,
ma ho ancora più stima nel presidente Berlusconi per pensare che abbia partecipato al seminario di Gubbio – come ha insinuato Paragone - per pronunciare l’elogio (funebre) di Forza Italia. Il partito che ha fondato, a cui tiene moltissimo e che non è diventato, mi creda, un ricettacolo di arrivisti come certi articoli vorrebbero far credere. Forza Italia è viva e vitale, è un partito presidenziale – e lo resterà – ma sta crescendo nei suoi iscritti il bisogno di sempre più spazi di democrazia interna. Se Paragone avesse partecipato a qualche congresso comunale o provinciale si sarebbe accorto che dentro il partito è in atto una discussione ampia e feconda, come del resto quella esemplare che si é svolta a Gubbio, e che per questo Forza Italia ha saputo sviluppare gli antidoti ai rischi dell’antipolitica. Noi siamo aperti da sempre alle critiche, e molte ce le siamo meritate, ma siamo, dopo anni di lavoro, riusciti a strutturare nella società un partito che era nato come movimento e che non ha mai smarrito quella sua vocazione originaria. I Circoli c’erano già nel ’94, e ora sono stati rimessi in campo
proprio per dare più vitalità a quella vocazione.

Ma il partito ha una funzione insostituibile di cinghia di trasmissione tra la società e il potere, i Circoli ne hanno un’altra, complementare, e sbaglierebbe chi pensasse di mettere questi due livelli in competizione, perché ne sortirebbero solo malintesi che non potrebbero che alimentare una pericolosa confusione fra i nostri elettori. Lo sbocco finale sarà il partito della libertà, ma la fretta è una cattiva consigliera, e porterebbe a una fusione a freddo tra nomenklature come quella in atto a sinistra col Partito Democratico, e se i movimenti scadono in movimentismo tradiscono la missione che gli è stata affidata. Insomma, gentile direttore, noi abbiamo sempre cercato di fare politica – se bene o male non sta certo a me giudicarlo - e non di produrre bollicine. E il tempo di Forza Italia non è affatto scaduto: la nostra fine è stata vaticinata da molti, in questi tredici anni, ma siamo ancora qui. Se c’è un funerale che tutti dovremmo impegnarci a celebrare al più presto, è quello dell’attuale governo che sta portando l’Italia alla rovina. Non certo quello di Forza Italia. "

Sandro Bondi

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