La lettera pubblicata con grande risalto dal quotidiano La Stampa con cui Walter Veltroni illustra la sua concezione della politica estera dell’Italia è di una banalità sconcertante, al punto da sembrare lo svolgimento di un modesto tema scolastico.
Che dire di un esponente politico che si candida a governare l’Italia e che si presenta con un documento di politica estera in cui si può leggere:
- "Il mondo nuovo sarà sempre più multipolare";
- "Dobbiamo impegnarci per una nuova democrazia europea";
- "Il Mediterraneo è tornato ad essere un grande crocevia del mondo e l’Italia può giocare la sua straordinaria posizione costruendo un circuito euro-mediterraneo";
- "L’italia deve mostrare agli Stati Uniti d’essere un Paese non solo amico ma utile";
- "Pace, democrazia e sviluppo sono obiettivi per l’Italia e devono divenire una priorità per tutta la comunità internazionale";
- "L’umanità vive una crisi ecologica su scala planetaria", e via di questo passo.
Per poi concludere: "Il Partito democratico offre questo insieme di scelte al dibattito del Paese!.
Ma di quali scelte parla? Ed è questo il contributo che il partito democratico offre al Paese?
C’è da rimanere stupefatti.
Al massimo il suo contributo può servire, insieme alla paginata sulle riforme e a quella sulle tasse, a formare un nuovo libro.
C’è da essere spaventati dall’esistenza di una classe politica nazionale che affronta questioni fondamentali per il futuro del nostro Paese senza possedere né il rigore, né la lungimiranza e neppure il coraggio necessari per essere rispettati sulla scena politica internazionale e per tutelare gli interessi dell’Italia.