Continua la pantomina del govenro e della maggioranza ballerina che lo sostiene. Un giorno si dice che l'ICI sarà eliminata sulla prima ca, e il giorno dopo si dice che invece rimarrà, un altro giorno si dice invece che sarà ridotta su alcune tipologie e il giorno dopo si dice il contrario.
Ed ecco l'ultima che arrivo dal Palazzo: sgravi Ici solo ai “bisognosi”, dice Tommaso Padoa Schioppa. La Margherita li chiede fino ad esentare dalla patrimoniale gli appartamenti di 80-100 metri quadrati. “Costa troppo”, replica il ministro dell’Economia.
Lo scontro fra le posizioni del ministro ed il partito di Rutelli troverà il suo punto più alto nel vertice di mercoledì notte. Solo a quel punto sarà possibile sapere chi avrà vinto il braccio di ferro fra le diverse posizioni.
Prodi, inutile dirlo, è d’accordo con il suo ministro. “Non possiamo dare l’idea di voler ridurre le patrimoniali”, teorizza a porte chiuse il presidente del Consiglio. Sostenuto in questa tesi da Vincenzo Visco che non vuole toccare l’Ici. Per queste ragioni, al momento, nella manovra l’esenzione Ici riguarderebbe soltanto quei proprietari di casa con redditi bassi (intorno ai 20 mila euro). E l’applicazione dell’esenzione avverrebbe – dicono al ministero dell’Economia – con il meccanismo con cui si deduceva l’Ilor. Vale a dire, con l’introduzione di una detrazione Irpef.
In tal modo, il governo verrebbe incontro alle richieste dei Comuni; e l’onere del taglio ricadrebbe sull’Erario e non sulle casse comunali, che incasserebbero per intero il tributo.
Per queste ragioni, il governo conta di contenere al massimo gli effetti della riduzione. Padoa Schioppa, per difendere la sua posizione, ricorda che un taglio generalizzato dell’Ici costerebbe 5 miliardi. Una stima un po’ abbondante (l’intero gettito Ici non supera i 3 miliardi), ma tale da “spaventare” Prodi; così da disinnescare le richieste di modifiche più ampie, suggerite dalla Margherita, ed in generale, dal Partito democratico.