Orfano del suo partito, con un radioso avvenire dietro le spalle e un futuro incerto, Piero Fassino, il più illustre precario dell’Italietta politica ai tempi dell’Unione non sa davvero cosa più inventarsi per certificare la propria esistenza in vita.
* Aveva scritto ai presidenti delle Camere per chiedere di congelare gli aumenti dei parlamentari e uno stralunato Bertinotti lo ha informato che erano già congelati.
* Ha ipotizzato un rimpasto di governo e c’è solo da immaginare cosa gli deve aver detto il premier.
* Ha offerto un clamoroso assist all’opposizione, proclamando che, se cade il governo, si va dritti alle elezioni.
A destra e a sinistra ci si domanda ormai: la sai l’ultima di Fassino? Ebbene, l’ultima di Fassino è che ha letto l’intervento di Sergio Marchionne, il supermanager che ha salvato la Fiat, ad un convegno e lo ha arruolato seduta stante nel Partito Democratico. Sfogliando il Corriere della Sera l’amministratore delegato dell’azienda automobilistica ha scoperto di essere "un vero socialdemocratico" e che Fassino è "pronto ad allearsi" con lui. Evidentemente confondendolo con quei banchieri che hanno fatto la fila alle primarie dell’Unione.
Ma Marchionne non è un banchiere. E’ semplicemente un manager moderno, realista, anche illuminato, che sa di dover fare (soprattutto) profitto e accetta le regole di un contesto politico e sociale che non è quello americano, cerca di evitare gli scioperi e il danno che ne deriverebbe alla sua impresa, rispetta il lavoro e i lavoratori.
Marchionne ha detto questo ma anche altro:
* che quanto a produttività e flessibilità "l’Italia è decisamente indietro rispetto all’Europa";
* che l’industria italiana dovrebbe essere messa nelle condizioni di competere, ma "in Italia queste condizioni non sono facili da trovare";
* che "qualche ragione c’è se in Italia gli investimenti esteri sono così bassi e queste ragioni si chiamano burocrazia, servizi, infrastrutture, tasse e costi di gestione";
* che pensa anche "alla riduzione del carico fiscale e al costo dell’energia".
Tutte queste cose dovrebbe farle, o almeno programmarle, il governo che c’è ora e che, diamo questa notizia a Fassino, è sostenuto dai Ds. Ma lui dice che "l’asse trasversale e conservatore che frena il potenziale di crescita dell’Italia è certo a destra". Lui non ha dubbi: Marchionne parlava a questa destra e al manager assegna la tessera ad honorem del Partito Democratico. Che la voglia o no, se la tenga.
Interpellato dai giornalisti, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che è uomo di mondo, ha risposto: "Bisogna apprezzare Marchionne non tanto perché è un socialdemocratico, se lo è come ha detto Fassino, e sono fatti suoi, ma perché è un ottimo amministratore...". Ed Epifani: "Ho letto solo il titolo e l’ho messo da parte". Appunto: la sai l’ultima di Fassino?
Spedisci ad un amico! Versione Stampabile