A Bari il coordinamento di genitori e studenti continua la battaglia perché venga riconosciuta la validità della prova per chi ha agito in regola. «Ci sono tante domande ancora senza risposte»
BARI - Chiedono ancora una volta al rettore dell’Università di Bari di revocare il decreto di annullamento del test di ammissione a medicina e confermano di avere incaricato un pool di avvocati perché presenti ricorso al Tar.
I genitori assieme agli studenti che hanno superato onestamente la prova di ammissione a medicina e odontoiatria, riuniti in coordinamento, continuano la battaglia perché venga riconosciuta la validità della prova per chi ha agito in regola.
Per il coordinamento, l’annullamento del decreto del rettore «è l’unica via di fuga possibile, per evitare che questa vicenda si avviti in un nodo inestricabile di ricorsi e contro ricorsi amministrativi, che coinvolgerebbero solo l’Università e gli studenti onesti di due graduatorie e le loro famiglie, con prevedibili code in altre sedi giudiziarie per richieste di danni».
«L'ondata di sdegno morale unanime e diffusa che si è sollevata (e che noi continueremo a sollecitare) – è detto in una nota – ha evidenziato l’insostenibilità etica, prima che giuridica, di una soluzione che penalizza gli onesti, considerati presunti colpevoli solo sulla base di non accertati sospetti, mentre i disonesti, di cui pure c'è evidenza di prove, sono tutelati, perché presunti innocenti».
Per il coordinamento, «ci sono inquietanti domande ancora senza risposte. Perché non si è proceduto alla perquisizione e al fermo dei disonesti durante o al temine delle prove, visto che la guardia di finanza era lì e ne aveva in diretta le prove per alcuni (quelli in divisa bianconera) e il sospetto per altri? La nebbia e l’oscurità che si è creata e che si sarebbe potuto facilmente evitare che si determinasse, è oggi la principale, equivoca e inaccettabile motivazione per l'annullamento».
«Perché - si chiede ancora il coordinamento – se vi erano fondati sospetti di un fenomeno diffusivo, la prova d’esame non è stata resa immediatamente nulla? Perché si è proceduto alla valutazione delle stesse prove, creando la frustrante illusione e la rabbia disperata di tanti onesti, considerati solo carne da macello? Perché la decisione del Rettore è opposta a quella indicata dal Ministro Mussi, sorretta dall’autorevolissimo parere dell’Avvocatura generale dello Stato, ed è così clamorosamente divergente da quella del Rettore di Ancona, che pure si trova di fronte agli stessi elementi di inquinamento presenti a Bari?»
Il coordinamento, infine, «rivolge un accorato appello, affinché il ministro Mussi sospenda l’esecuzione della seconda prova, in attesa che il Tar si pronunci sulla sospensiva, e si schieri a difesa del suo pronunciamento e del parere dell’Avvocatura generale dello Stato”. “Ci attendiamo questi atti di coerenza politica – conclude la nota – dall’unico che oggi è credibile agli occhi nostri ed alla luce della gravissima situazione che si è determinata, che richiede, peraltro, il suo autorevole intervento affinché sia ripristinata un’omogeneità di comportamenti tra le Università italiane».