Giornalista, scrittore, disegnatore, editore, umorista… I sostantivi con cui descrivere la poliedrica figura di Leo Longanesi sono molteplici. Più semplicemente, intellettuale? “L’intellettuale è un signore che fa rilegare i libri che non ha letto”, è uno dei suoi celebri aforismi. Allora niente, limitiamoci a dire che è stato una delle personalità più vitali e fervide della prima metà del Novecento. E che proprio cinquant’anni fa moriva, al suo tavolo di lavoro - dov’altro, sennò? -, a Milano. E proprio nel giorno del cinquantenario della sua morte, il 27 settembre, la casa editrice che ha fondato, la Longanesi, pubblica il suo libro Il generale Stivalone. Sessantaquattro pagine, poco più di trecento parole (se si esclude l’introduzione di Paola Mastrocola), ma una vera chicca da tenere nella propria libreria.
Si tratta di una serie di illustrazioni accompagnate da didascalie autografe uscita dagli archivi di famiglia e ora data alle stampe. Un volume di acquerelli composto da ventidue tavole a colori inedite.
Un racconto scritto per disegni. “Illustratori, grafici, pubblicitari, artisti normalmente parlano attraverso il disegno, certo, è il loro mestiere” scrive la Mastrocola “Ma scrivere per disegni è un’altra cosa. Vuol dire che una storia ti nasce prima attraverso le immagini, e poi attraverso le parole. Narrare per disegni è forse all’origine del narrare”.
L’elemento che dà il la alla trama del libro è un semplice stivale. Sì, uno stivale. Poco nobile? Probabilmente per gli scrittori seriosi di oggi sì, ma per Leo Longanesi no. Lui non prende troppo sul serio il suo ruolo di scrittore, e lascia che i disegni riempiano di surrealtà la vicenda. Di chi è lo stivale? Di un generale, che l’ha lasciato chissà perché in un prato. Sopra allo stivale si è posato un uccello e cosa fa il generale? Gli spara, mancando però l’uccello e rompendo lo stivale. Dando il via a una storia che semplice semplice - di una semplicità di cui spesso si è perso il gusto - si evolve. Per rimanere incompiuta. Longanesi non la terminò, ma poco male.
Il generale Stivalone è un libro per bambini? Sì, anche, ma in ogni tavola si annida una certa ironia, carpibile dagli adulti. Citando ancora la Mastrocola “il generale Stivalone è destinato a tutti, credo che Longanesi non si ponesse nemmeno il problema dell’età dei suoi lettori”.