Le lezioni di Veltroni sono sempre all’insegna del buonismo, e soprattutto quando parla ai giovani il sindaco di Roma dà il meglio di sè, raffigurando un mondo ideale che con la politica non ha nulla a che vedere, ma il pregio di Veltroni è di sostenere alcune enormità con tale candore da farle sembrare (quasi) vere, e sta proprio qui la sua pericolosità. Ieri, ad esempio, il leader in pectore del Partito Democratico ha speso gran parte del suo incontro con i sedicenni a villa Torlonia per difendere la bellezza della politica denunciandone, allo stesso tempo, la crisi che oggi sta attraversando in Italia.
Secondo Veltroni, il modo per superare questa grave crisi lo avrebbe individuato il centrosinistra con la costituzione del Pd, il quale “rimetterà al centro la bellezza della politica”, una politica che oggi “si chiude, parla un linguaggio tutto suo, esclude quelli che non sono nella sua cerchia: la politica è una meraviglia da vivere, amiamo la politica, amandola partecipiamola e partecipandola cambiamola”.
Parole commoventi, degne di un romanzetto di Liala se paragonate alla cruda definizione di politica che qualche anno fa dette Rino Formica (“E’ sangue e m...).
Ma non è tutto: “La politica - ha detto Veltroni - ha logiche riproduttive micidiali e tende a diventare una fabbrica di potere: ma il potere non è un fine bensì un mezzo per fare le cose in cui si crede, e così sarà nel Partito democratico”. Tradotto dal politichese: il presunto “Uomo nuovo” della sinistra italiana ha avuto l’impudicizia di sostenere, di fronte a un gruppo di giovani che quegli stessi personaggi che hanno occupato “manu militari” tutte le istituzioni dello Stato oltre alla Tv pubblica, che sono eredi di una tradizione illiberale e adusa a sottomettere il bene pubblico al Partito Onnipotente e che infine, in questo anno e mezzo hanno saccheggiato i soldi dei contribuenti per foraggiare il proprio sistema clientelare, una volta nato il Pd trasformeranno questa micidiale fabbrica di potere in un istituto di redenzione per moralizzare la politica.
Per il sindaco di Roma, infatti, lo sforzo che il Partito democratico deve fare, per replicare all’antipolitica, è creare una politica più lieve, che abbia meno voglia di occupare gli spazi della società”.