Da Panorama riprendiamo e pubblichiamo
Gianfranco Fini, Leader di An e Antonio Di Pietro, Ministro Infrastrutture, a Roma alla conferenza stampa sui costi della politica
Potenza dell’antipolitica? Il pungolo di Beppe Grillo e della sua legge di iniziativa popolare contro i costi della Casta? O feeling di vecchia data?
La si metta come si vuole ma la “strana coppia” Fini-Di Pietro è oggi comparsa sulla scena della politica italiana nel corso di una affollatissima conferenza stampa in un hotel a due passi da Montecitorio. In comune i due hanno detto di avere un progetto.
Un progetto di legge, per la precisione, per abbattere drasticamente il numero dei rappresentanti in comuni, province e regioni; ridurre i parlamentari e i membri del governo (massimo 12 ministri con portafoglio e 5 senza); chiudere Sviluppo Italia spa e sopprimere le comunità montane; regolare con una legge l’attività di partiti e i sindacati in modo da aumentarne la trasparenza. Risparmio ottenuto? Pari a 200 milioni di euro, sostengono i due.
Che il presidente di An e il leder dell’Idv la pensino, su molte cose, alla stessa maniera, non è una novità. La vicinanza tra i due risale i tempi di Mani Pulite, quando Tonino faceva ancora il magistrato del pool di Milano e l’Msi di Fini (An non c’era ancora) non disdegnava di sostenere le mosse dell’ex poliziotto molisano. Per non parlare, in tempi più recenti, delle materie a entrambi care: la sicurezza dei cittadini, la legalità, il no all’indulto, il referendum elettorale.
Oggi, però, seduti allo stesso tavolo, Fini e Di Pietro hanno fatto qualcosa in più, presentando il progetto di legge Misure per favorire il contenimento della spesa degli organi istituzionali e la trasparenza delle attività della rappresentanza politica, sindacale e di relazione istituzionale, che ha lo scopo di rispondere all’ondata di indignazione che percorre il paese. “Il nostro obiettivo? Ridurre i costi della politica e inserire i sindacati in un quadro con doveri e non solo diritti”.
Se Di Pietro non lo dice apertamente, Fini non fa mistero di voler rispondere con questa iniziativa traversale anche a Beppe Grillo: “Al di là delle proteste di piazza di qualche comico, esiste nel paese un clima di ostilità crescente nei confronti dei partiti e nelle istituzioni, molto più grande di quanto il Palazzo immagini”.
E se vedere l’ex pm seduto accanto a Fini potrebbe aver confuso qualcuno, il ministro delle Infrastrutture non ha tardato a dare rassicurazioni: “Sono leale al mandato elettorale. Ma dico che venticinque ministri e 102 membri del governo sono troppi e sono stati sicuramente l’occasione per sistemare qualcuno. Se Prodi ne ha il coraggio bisogna sfoltire. Ed io sono pronto a rinunciare al mio posto alle Infrastrutture per un accorpamento con i Trasporti”.
Cioè: Di Pietro è pronto a dimettersi? No, almeno per ora: “la questione non si pone in questi termini. L’ultima parola spetta a Prodi”.
In attesa di quella del premier, la parola l’ha presa Clemente Mastella che, anche se indirettamente, ha così risposto al progetto comune An-Idv: “Non so se i politici siano pagati troppo, probabilmente un po’ meno del giusto”, ha detto il ministro della Giustizia parlando a un convegno di magistrati. Un’opinione coraggiosa, in tempi di crociate anti-casta. Ma Mastella ha parlato tutto ringalluzzito sia dalla buona notizia che la Polizia postale ha richiesto l’oscuramento del blog Mastellatiodio.blogspot.com, sia dalla sensazione che d’ora in poi sarà il suo collega (e avversario) Tonino il maggior sospettato di fare da cavallo di Troia per l’opposizione…