La protesta dei sindaci per le modalità del taglio dell’Ici è bipartisan; la preoccupazione degli italiani che questa "mancia" del governo sia un inganno e un clamoroso bluff è generalizzata.
I primi cittadini, riuniti a Viareggio da Legautonomie, sono sul piede di guerra. Per il metodo ("operazione neocentrista da contrastare", "lesione profonda dell’autonomia", "controsenso fiscale", tutte parole di sindaci Ds); per i contenuti (nessuna certezza sulle compensazioni da parte dello Stato).
Ieri sera, a Porta a Porta, Sergio Chiamparino e Alberto Scapagnini hanno espresso la stessa preoccupazione. Ci tolgono il 30% del gettito da prima casa (120 milioni a Torino, 80 a Catania) ma non ci dicono come ce lo restituiranno e se ce lo restituiranno tutto. Contravvenendo a un accordo già fatto.
Ai Comuni mancheranno 831 milioni sui 2,7 prodotti dal gettito sulle prime case. Chiti si affanna a dire che la cifra verrà interamente compensata con il meccanismo del rimborso di imposte. Il meccanismo disegnato nella Finanziaria è però macchinoso e non rassicura per nulla.
I Comuni dovranno inviare una certificazione sul mancato gettito ma, poiché i dati reali del 2008 saranno disponibili solo nel 2009, certificazioni e rimborsi di luglio e dicembre dovranno essere fatti "sulla base dei dati statistici disponibili".
Per i Comuni che si ritroveranno certamente con un "buco" in bilancio, arriverebbe un conguaglio a marzo. Quindi, incertezza e un allungamento dei tempi che inciderà sui conti (ti tolgo subito, ti restituisco dopo).
La preoccupazione dei proprietari di case che, lo ricordiamo, da questa operazione guadagnano una cifra stratosferica, da 27 a 54 centesimi al giorno, è in realtà una certezza: quei soldi voleranno via subito. Se non per aumenti delle tariffe locali, pure probabili laddove il governo non rispettasse tempi e modi di compensazione, certamente per la revisione degli estimi catastali.
All’avanguardia nella caccia grossa ai proprietari di case c’è il sindaco di Roma e prossimo segretario del Pd, Walter Veltroni: 150mila cittadini della Capitale hanno ricevuto una lettera in cui li si invita ad autodenunciare migliorie e lavori edilizi pregressi: chi cadrà nella tagliola, non soltanto si vedrà aumentato l’imponibile Ici, ma pagherà anche più Irpef e dovrà subito sborsare 400/500 euro di onorario al geometra chiamato a compilare il Docfa (Documento Catasto Fabbricati), allegato alla lettera "minatoria". Ma l’aspetto più straordinario è che, una volta modificata la categoria catastale, i proprietari dovranno sborsare gli arretrati fin dal 2002.
C’è da comprendere il fatto che Veltroni non si sia unito alle proteste degli altri Sindaci. Il problema del mancato gettito Ici lui l’ha già risolto. Pronti in cassa i soldi per una terza "notte bianca".