E' di queste ore la notizia che in Italia ci sono circa 7 milioni di poveri poveri, cioè di poveri veri quelli che non possono mangiare, che hanno redditi di fame. Questi sette milioni di diseredati rappresentano quasi il 13% della popolazione italiana. E dire che siamo la settima o ottava potenza industriale del mondo, protagonisti del G8 (a parte le rituali risse) insieme ai Paesi più ricchi del mondo. E però siamo anche i detentori di questo micidiale primato di cui dovremmo vergognarci. Ma forse si tratta di un errore di calcolo del reddito di cui fruiscono questi sette milioni di italiani. Perchè un reddito familiare di 2500 euro l'anno non è poi da buttar via, almeno a parere del servizio demografico, ufficio pubblica istruzione, del Comune di Toritto.Infatti, secondo questo ufficio, chi ha un reddito familiare annuo superiore di un centesimo ai 2500 euro e sino ai 4000 ha diritto ad appena il 50% di esenzione del costo dei buoni pasto per la mensa scolastica. Per avere diritto alla esenzione totale bisogna avere invece un reddito familiare compreso tra 0 e 2500 euro. E chi invece ha un reddito familiare annuo superiore anche solo di un centesimo ai 4000 euro si attacca al classico tram.
Non c'è da ridere, perchè non è una baarzelletta, è invece quanto si può leggere nel sito web ufficiale del Comune in un avviso dell'Ufficio pubblica istruzione - mensa scolastica.
Facciamo un pò di conti. Per avere diritto alla esenzione del costo del buonopasto per un bambino che frequenti le scuole materne, una famiglia deve percepire un reddito mensile di euro 208, DUECENTOOTTO, avete capito bene, e se invece vuole avere diritto almeno alla esenzione della metà del costo del buono pasto, una famiglia deve avere un reddito mensile non superiore a euro 333, dicasi TRECENTOTRENTATRE euro.
Ma come fa a campare un nucleo familiare con un reddito mensile da 0 e 333 euro? A un nucleo familiare che abbia questi redditi da paese asiatico, un Comune serio, che abbia un serio servizio di servizi sociali, guidato da un serio (sic) assessore, deve preoccuparsi di assicurare prima la sopravvivenza e poi l'esenzione del costo del buonopasto per la mensa. Purtroppo, nè il nostro è un Comune serio, nè ha un serio servizio di servizi sociali, nè tantomeno ha un serio assessore preposto al ramo, che si preoccupi di questi fenomeni e li affronti con la dovuta attenzione e diligenza. A meno che...a meno che è un modo, sicuramente discutibile, per evitare di cncedere esenzioni a chicchessia. Ma questo se si deve fare, si faccia avendo il coraggio di dirlo.