Si parla tanto di casta e costi della politica, ma pochi ricordano che gli stipendi di senatori e deputati sono ancorati a quelli dei magistrati. Con la differenza che gli eletti possono anche non essere riconfermati qualora il loro comportamento non soddisfi gli elettori, mentre i secondi, superato il concorso, godono di una splendida carriera indipendentemente da quello che fanno, da come lo fanno.
E, a leggere i dati sullo stato della nostra giustizia, dalla lentezza dei processi (887 giorni per un giudizio di primo grado civile e 630 per un procedimento penale davanti al tribunale) al numero degli innocenti perseguiti, viene da dire che i magistrati lavorano poco e male. Inefficienze del sistema giudiziario che vanno addebitate non alla mancanza di fondi come ama ripetere l’Associazione nazionale dei magistrati, quanto al comportamento degli “addetti ai lavori”.
Insomma una giustizia malata che costa tanto alle casse dello Stato (i nostri magistrati guadagnano il 30% in più dei colleghi stranieri) senza ottenere in cambio il premio di un reale stato di diritto.
Gli emolumenti delle toghe sono superiori a quelli dei loro colleghi europei: si arriva a sfiorare i 250mila euro annui per il Presidente di Cassazione, i 450.00 mila per quello della Corte Costituzionale e 370mila per i consiglieri (fra loro siede anche l’ex ministro prodiano della giustizia Flick il quale vive nella Maremma grossetana e ogni tanto fa una “capatina” a Roma con tanto di auto di servizio e scorta, altri costi!).
A suscitare scandalo non sono però le cifre quanto il fatto che – a fronte di certi compensi - la giustizia sia in uno stato comatoso e non regga il confronto con gli altri paesi europei.
I magistrati ordinari ( in media 101mila euro all’anno) godono di una busta paga blindata, fissata per legge e adeguata automaticamente all’inflazione: tutti gli incrementi di bilancio degli ultimi anni sono serviti a coprire gli aumenti di stipendio dei magistrati, ma il servizio reso da questi signori al Paese è rimasto inefficiente e malato, tra i peggiori dell’Europa.
Eppure l’Italia, nel confronto europeo, è quella che spende di più per l’ufficio del Pubblico ministero: oltre un miliardo di euro all’anno (esattamente 1.167.510.000) contro i 646.771.000 della Francia e i 153.158.726 della Spagna.
Paesi dove la giustizia funziona senz’altro meglio tanto che Parigi è diventata meta di studio per politici e magistrati.
Insomma, se c’è una categoria che non deve fare i conti con nessuno, tantomeno con la meritocrazia, questa è la magistratura. Una vera casta con la toga.