Sul Comune di Toritto, dove ieri era ubicato il seggio elettorale del nascente Partito Democratico, sono saliti in 370 per votare e scegliere il segretario nazionale e quello regionale. Pochini, davvero pochini, nonostante l'apporto di nuovi adepti e di convertiti dell'ultimora: appena il 5%, più o meno, degli elettori di Toritto , senza dimenticare che votavano i sedicenni e gli immigrati. Il numero è inferiore a quello dei votanti alle primarie che incoronarono Prodi nel 2005, anche se allora votavano un pò tutti, da Rifondazioone comunista alle varie schegge del folkloristico mondo della sinistra.Ma ciò non basta a giustificare una così bassa affluenza di aspiranti iscritti al PD e considerato l'abituale ricorso al clientelismo dell'attuale amministrazione, dai contratti di formazione e lavoro per amici e compari, alle graduatorie del volontariato civile da tutti contestate, se ne deduce che evidentemente la sfiducia nei confronti sia del governo nazionale, sia del governo locale, espressioni dei partiti che hanno dato vita al "nuovo" partito democratico è più forte della clientela. Altro dato è la scarsa affluenza dei giovani, nonostante le pirotecniche esibizioni di chi pretende di avere il monopolio del mondo giovanile locale che è meno stucchevole e strumentalizzabile di quanto si creda. E' un buon auspicio per il futuro. Quanto ai risultati, hanno vinto, di gran misura, manco a dirlo, le liste pro- Veltroni, mentre al secondo posto di è classificata la lista di Letta e all'ultimo quella della Bindi che insieme hanno ragigunto appena il 25% dei voti. Il che dimostra che gli ex democristiani, o meglio gli ex morotei sbarcati in "massa", armi, bagagli e interessi, sopratutto interessi, nel PD, contano nel nuovo partito il due di picche quando la briscola è a bastoni e a niente sono servite le telefonate che il loro pseudo demiurgo di sempre ha speso per invitare tanti ex democristiani ad andare a votare. Da un orecchio è entrato l'invito e dall'altro è uscito.