Nell'ultimo libro di Vespa i due leader tracciano un quadro lusinghiero delle loro consorti
ROMA - Chissà se c'è qualche esagerazione. Certo è che a destra come a sinistra la famiglia non si tocca. In particolare la propria moglie. «Certo che risposerei mia moglie. Perché? Ne ero innamorato e lo sono tuttora», così risponde il premier Romano Prodi all'autore nel libro di Bruno Vespa «L'amore e il potere. Da Rachele a Veronica un secolo di storia italiana» in uscita sabato 27 ottobre da Rai Eri Mondadori. E Silvio Berlusconi? Dice a Vespa: «Veronica è stata ed è la donna della mia vita. È la compagna migliore che un uomo avrebbe potuto desiderare». Insomma un idillio, o quasi.
PRODI - «Grazie al lavoro di mia moglie - afferma il presidente del Consiglio Prodi - ho capito la complessità e la fatica di alcune professioni, e il valore economico e sociali di alcuni settori. La fatica degli insegnanti, per esempio, ma soprattutto la complessità degli interventi sociali. Insomma, gestire servizi sociali e sanitari richiede spesso abilità più complesse che la gestione di molte altre attività d'impresa. Non sempre Flavia e io la pensiamo allo stesso modo, perché l'osservatorio dal quale guardiamo le cose è diverso. Ma un confronto costruttivo lo portiamo avanti sempre«.
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BERLUSCONI - Veronica Berlusconi non ha mai interferito, al contrario, nella vita politica del marito. A Vespa, il Cavaliere dichiara che «la famiglia rappresenta un punto fermo della mia vita», aggiungendo: «Veronica è una donna speciale. Si è sempre comportata in modo perfetto. Unica eccezione che conferma la regola, l'ormai famosa lettera al quotidiano «La Repubblica», frutto di un equivoco. Fu riferita da un giornalista, nel modo sbagliato, una frase che non avevo mai pronunciato». Berlusconi conclude ricordando che «In un sondaggio sulle donne più amate, Veronica risultò al primo posto, addirittura prima di Sofia Loren».
VERONICA: AMMIRO FLAVIA - Veronica Berlusconi è un'ammiratrice di Flavia Prodi: «Ho grande stima di lei, perché la vedo molto impegnata e, sul piano dell’immagine, mostra molto meno di quello che fa. Se avesse avuto un ruolo pubblico più appariscente, in momenti di difficoltà come quelli degli ultimi mesi avrebbe manifestato addirittura una supremazia nei confronti del marito». E’ quanto si legge in una delle anticipazioni del libro.
LA LUNGA CARRIERA? INASPETTATE - Né Flavia, né Veronica, si legge nella nota, si aspettavano dai rispettivi mariti una carriera politica così lunga. «Ho sempre pensato che Silvio si considerasse prestato alla politica - dice a Vespa Veronica Berlusconi - e che, in un periodo così lungo, il paese avrebbe potuto esprimere delle alternative. Invece, queste non ci sono state, e lui è rimasto la soluzione costante e centrale alla quale molti hanno guardato e guardano tuttora. Così, l’imprenditore prestato alla politica ormai non si può più considerare tale».
«Onestamente - dice a Vespa Flavia Prodi - pensavo che, durante la nostra permanenza a Bruxelles, da noi ci sarebbe stato un ricambio generazionale. Per un po’ di tempo, perciò, mi sono sentita liberata dall’idea di un nuovo impegno politico. Dopo la quiete di Bruxelles mi sarebbe piaciuto un ritorno tranquillo in Italia. Pensavo semmai che a Romano avrebbero dato un incarico internazionale per analizzare qualche problema in giro per il mondo. Ma il ricambio generazionale non c’è stato e, in fondo, era naturale che riprovasse lui. Nel 1996 la scelta di correre richiese un impegno personale maggiore. Anch’io vissi quell’esperienza con maggiore tensione: sentivo che Romano aveva scelto quel compito come una sfida. Aveva detto: bene, ci sto. Dieci anni dopo l’abbiamo vissuta più come un compito che ti è capitato e al quale non puoi sottrarti».
CAMBIAMENTI - La politica ha cambiato Silvio Berlusconi?, chiede poi Vespa a Veronica. «No. Visto il riscontro popolare che ha da tanti anni - dice la ex first lady - non posso far altro che ammirare la sua capacità comunicativa, che la gente accoglie con simpatia. Penso che lui sia spinto dal desiderio di mantenere quel che promette». Ha notato qualche sua frustrazione per non aver potuto fare quel che avrebbe voluto? «Forse sì». Ha sempre votato suo marito?, chiede Vespa. «Prima che entrasse in politica - risponde Veronica - votavo socialista. Dal ’94 ho sempre votato per lui». Che differenza trova fra i due mandati? chiede Vespa a Flavia Prodi. «Da un punto di vista operativo, la differenza sta nel fatto che il ruolo del presidente del Consiglio è cambiato. Adesso Romano impiega molto più tempo in riunioni, in mediazioni». Si aspettava una conflittualità così pronunciata? «Sì, perché ormai è una conseguenza della struttura dei partiti». Le è mai venuta voglia di suggerire a suo marito di mandare tutti al diavolo? «A me non vengono mai reazioni istintive. Io sono una che ragiona sulle cose trentamila volte. Se uno dovesse perdere la pazienza, sarebbe stato perfino inutile provare. È chiaro che in questa fase il compito di Romano è di fare quello che fa e di sopportare quel che sopporta». A Vespa che le chiede se in caso di necessità farebbe missioni come quelle fatte prima del divorzio da Cecilia Sarkozy, la signora Prodi risponde: «Le istituzioni italiane non prevedono nessun ruolo per la moglie del presidente del Consiglio».
LOOK - A chi ne critica l’abbigliamento, Flavia Prodi risponde così nel libro di Vespa: «Sa che le dico? Indosso un made in Italy di medio livello. Mia madre mi ha sempre detto che ero trascurata. Aveva ragione, soprattutto quando ero cicciotella. Dopo l’operazione sono dimagrita e m’impongo una maggiore attenzione. Comunque, gli stilisti non mi si sono mai proposti».