Il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi, esce allo scoperto ed in due interviste a La Stampa ed a Calabria Ora parla dei suoi rapporti con Luigi De Magistris, rivolgendo al pm una serie di accuse. «Su Mastella - dice Lombardi a Calabria Ora - De Magistris ha agito in malafede. Non so cosa ci sia dietro e chi tira le fila. Inoltre, nell’iscrivere il ministro nel registro degli indagati e parlando di condotta in atto, aveva l’obbligo di trasmettere gli atti al Tribunale dei ministri. Non facendolo viola la legge». Secondo Lombardi, «De Magistris ha voluto provocare l’avocazione dell’inchiesta Why Not. È un modo per uscire da eroe senza vedersi smascherato nel bluff. Infatti è quello che sta succedendo». A La Stampa Lombardi esprime la stessa opinione, con toni meno duri, parlando di una «propensione da parte del pm a non rispettare le regole». Il procuratore fa riferimento anche ai suoi rapporti con il senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, motivati anche dal fatto che il figlio della sua compagna lavora nello studio legale del parlamentare. «Questo è l’episodio - dice Lombardi a Calabria Ora - che anche al Csm ha fatto toccare con mano l’assoluta malafede di Luigi De Magistris. Ha rivelato il suo metodo investigativo basato sull’insinuazione e sulla calunnia. Ad un certo punto ha scritto al Csm parlando di ’strana movimentazione di capitali tra Lombardi e Pittellì. La questione riguarda i 50 mila euro che stanno in un assegno che non va da Pittelli a Lombardi bensì, al contrario, che il figlio della mia compagna versa a Pittelli. Sono soldi ottenuti con un mutuo in banca per sottoscrivere la quota dell’acquisto dello studio associato. È l’unica operazione fatta da questa società e tutto è tracciabile per via bancaria». Lombardi riferisce, infine, di avere denunciato per calunnia il perito Gioacchino Genchi. «Non è un perito - dice - svolge indagini abusive e scrive macroscopiche falsità. È proprio Genchi il personaggio inquietante di questa vicenda».