Hai aperto l'intera News con il titolo:
 IL CAPITANO PRODI Data: 26/10/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Avviso ai naviganti: fine corsa, si scende. E’ questo, al di là di ogni fantasiosa interpretazione, in senso dell’ennesimo ultimatum che ieri, dopo una giornata nerissima, il premier ha indirizzato alla sua maggioranza. Come altrimenti leggere la perentorietà di quella prima persona singolare del verbo esigere: esigo che mi si dica se c’è ancora la volontà di appoggiare questo governo. Siccome Prodi esige da tempo tante cose e lancia ultimatum fin dal giorno del giuramento davanti a Napolitano, la sua credibilità di autorevole timoniere della nave è ormai esaurita.

Non basta dire “esigo” per dare una sterzata definitiva alla rotta che ormai da tempo ha preso la sua maggioranza. Anzi alle rotte; perchè le strade intraprese sono tante e diverse ed è impossibile ormai ricondurre tutti sotto una linea comune.

Ecco perchè gli appelli e gli ultimatum sono diventati davvero superflui e passibili di pesanti ironie da parte dei giornali ed anche di qualche azionista di maggioranza. Chi (non) ricorda infatti il Dodecalogo di febbraio? Prodi aveva appena ricevuto una fiducia striminzita dopo lo scivolone al senato sulle linee di politica estera. Si era pure dimesso, era andato al Quirinale tutto imbronciato per mettere alle strette gli alleati.

Dopo il voto di fiducia aveva stilato gli ormai dimenticati dodici punti irrinunciabili ai quali tutta la coalizione si doveva attenere. Accanto alle ‘tavole della legge’ Prodi aveva anche scritto che l’unico autorizzato a parlare delle cose del governo era il suo portavoce Silvio Sircana. Sono passati otto mesi esatti da allora e il Dodecalogo è finito nel dimenticatoio, Sircana ha parlato più delle sue vicende private che delle cose del governo e nessuno degli alleati è stato zitto per rispettare le decisioni di Prodi. Anzi, ultimo sberleffo, ieri dopo lo sfogo del premier, Lamberto Dini, ha voluto far sapere che lui e i senatori dei Liberaldemocratici non si sottopongono ad alcun ultimatum preferendo avere le mani libere.

Che dire? Prodi sa benissimo che la sua sorte è segnata, che il suo governo è morto, che sette ruzzoloni in un giorno al Senato non sono graffietti da nulla. Lo sa, e ostinato com’è, cerca di recuperare un prestigio e una consapevolezza che forse non ha mai avuto. Cerca di svegliare Veltroni da silenzio tombale in cui è precipitato nelle ultime ore; cerca in tutti i modi di allungare di qualche giorno la sua agonia. Ecco perchè l’ultimatum di ieri nasconde una realtà ed una consapevolezza ormai pienamente acquisite. La corsa è finita. Bisogna scendere. E lui, da vero capitano vuole scendere per ultimo.

  << Ritorna alle News

  - Regione Puglia
  - Gazzetta del Mezzogiorno
  - Corriere della Sera
  - Portale delle libertà
  - Potere Sinistro
  - Governo
  - Parlamento
  - Il Foglio
  - Il Giornale
  - Libero
  - Panorama
  - Avvenire
  - Vatican News
  - Baribyday
  - Destra Torittese
  - Luciano Lomangino
  - Sole 24 Ore
  - L'occidentale
  - Repubblica